LO SPETTACOLO DELLA MAFIA di Marcello Ravveduto – Edizioni Gruppo Abele, 2020

Come si riflette nell’immaginario collettivo l’industria della mafia? La rappresentazione avviene attraverso il mondo dello spettacolo e con un’attenta analisi sociologica e statistica l’autore, specialista del ramo, va a destrutturare i meccanismi descrittivi sul fenomeno. Cinema, letteratura e personaggi più che il teatro sono i privilegiati punti d’osservazione per un saccheggio di spunti che spesso prende spunto dalla realtà delle vittime e dei miti sacrificali (su tutti la potente icona di Falcone e Borsellino), a volte con vicende di completa fantasia che pure incidono profondamente nella percezione collettiva. Il classico esempio è quello de La Piovra o del grande successo di Gomorra. Opere che hanno creato un mainstream, un fiume lungo di imitazioni più o meno riuscite. La mafia di Cosa Nostra è nettamente in pole position in questa graduatoria di uso e gradimento mentre gravemente sottovalutato è la ‘ndrangheta che nei fatti ha schiacciato come volumi di affari la mafia siciliana. La camorra ha un forte radicamento nella tradizione campana (basti seguire il discusso fenomeno dei neo melodici) mentre sporadici tentativi di appropriazione spettacolare hanno riguardato la Sacra Corona Unita pure se Sergio Rubini, non a caso pugliese, si è speso in merito. Evidentemente ci sono personaggi che colpiscono di più registi e pubblico. Come le storie caratterizzate di Romanzo Criminale e Suburra in ambito capitolino o il sapiente uso del personaggio-Buscetta ne Il traditore di Bellocchio. Meno utilizzabili Riina e Provenzano, prosaici, rozzi e incolti. La società estetica di massa comunque si è appropriata di questa occasione finendo con il venire criticata da chi sosteneva (Berlusconi) che così si offriva una pessima immagine dell’Italia all’estero. Ma non c’è esercizio di auto-denigrazione né di compiacimento. Ammirevole il cinema che prende spunto dalla realtà senza esaltare una situazione di predominio mafioso che è sotto gli occhi di tutti. Attitudine non solo italiana. Basti pensare a Il Padrino di Puzo, portato al cinema da Francis Ford Coppola o le storie seriali di mafiosi filmate da Martin Scorsese.

data di pubblicazione:06/04/2020

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