L’ITALIA AGLI OSCAR di Vincenzo Mollica e Steve Della Casa – Edizioni Sabinae, 2020

Vincenzo Mollica, fresco pensionato Rai, afflitto da una malattia degenerativa, ma più che mai sulla cresta dell’onda, ha sfornato questo libro in tandem con un garbato cinefilo di lunga gavetta come Steve Della Casa. Un volume da collezione come il ruolo pregiato che il cinema italiano ha esercitato nella storia dell’Oscar. E la narrazione si esprime da un punto di vista molto personale. Con la frequentazione assidua della cerimonia hollywoodiana in un vasto arco di tempo e con una partecipazione personale, di conoscenza diretta delle star nostrane, mostrate attraverso una familiarità compiacente e certo non troppo severa. Non c’è acribia nella dimostrazione di contiguità e nella partecipazione comune allo star system. Ma gli autori fanno intravedere da un virtuale buco della serratura le sgrammaticature della cerimonia e le esagerazioni dei divi americani. Situazioni che possiamo immaginare ma che diventano reali e tangibili se raccontate, come avvenuto nella presentazione ufficiale al Grand Hotel di Roma, insolitamente cominciata persino con qualche minuto di anticipo, forse per tamponare la condizione di salute di uno degli autori. Così Al Pacino circondato da donne di non preclari costumi oppure un Jack Nicholson la cui autovettura si palesava come un autentico arsenale alcoolico. Vizi privati che diventano pubblici, parafrasando Jancso. Il resto è ordine e memoria, rileggendo il lungo elenco di italiani fregiati di un Oscar: Sophia Loren, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Federico Fellini, Giuseppe Tornatore, Ennio Morricone, Roberto Benigni, Paolo Sorrentino, Gabriele Salvatores, Gianni Quaranta, Milena Canonero, Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo, Nicola Piovani. Un zig e zag tra le eccellenze attoriali e professionali che fanno ricca un’arte ora ferma ai box nell’emergenza coronavirus. Mollina paragona la cerimonia degli Oscar a un atto liturgico, un altare maggiore di quella immensa cattedrale che è la scatola di sogni chiamata cinema. Un valore di riconoscimento universale vista la fioritura di un interessante cinema asiatico e africano.

data di pubblicazione:29/03/2020

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