LE MEILLEUR RESTE A VENIR di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, 2019

(FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 17/27 ottobre 2019)

Arthur e César sono amici sin dai temi dell’infanzia quando frequentavano un collegio molto rigido lontano da Parigi. Diversi caratterialmente e con un vissuto oramai alle spalle, i due si rincontrano dopo anni ed iniziano a frequentarsi assiduamente dividendo persino la casa. Motivo di questo inatteso avvicinamento: un malinteso per cui ognuno dei due è convinto che l’altro abbia un cancro incurabile e con pochi mesi ancora da vivere…

 

De La Patellière e Delaporte costituiscono una coppia di registi ben affermata e da vent’anni firmano insieme commedie di grande successo, basti pensare a Cena tra amici del 2012 basata su una famosa pièce teatrale, ripreso nel 2015 dalla nostra Francesca Archibugi che ne ha curato un adattamento ne Il nome del figlio. Presentato in questa edizione della Festa del Cinema, Le meilleur reste à venir ben si inserisce in un filone di film francesi che ha caratterizzato la kermesse romana con interessanti lavori che hanno ancora una volta confermato la validità del cinema d’oltralpe. I due protagonisti Arthur e César (interpretati rispettivamente da Fabrice Luchini e Patrick Bruel) pur completamente diversi nella vita rappresentano il classico esempio di una collaudata coppia di amici disposti a tutto pur di non mettere in discussione il sentimento d’amicizia che li unisce. Nel film troviamo una serie di equivoci, a volte persino banali se non addirittura farseschi, trattati in maniera geniale e frutto di una sceneggiatura ben curata in ogni minimo dialogo/dettaglio. Il risultato ottenuto è stato quello di aver creato, da una storia scontata, una commedia brillante e divertente sia pur con una punta di amaro dovuta alla tematica di come affrontare la morte così imminente. Un film dunque basato su una sequenza continua di situazioni tragicomiche, rese particolarmente divertenti grazie alla bravura indiscussa di Fabrice Luchini alla quale si aggiunge quella altrettanto valida di Patrick Bruel, attori oramai ben collaudati soprattutto nel genere della cosiddetta “commedia alla francese”.

Una regia molto attenta nel raccontare la storia di un’amicizia che sfocia in un rapporto di amore sincero tra due persone, caratterialmente opposte, ma così indissolubilmente unite: due mondi eterogenei ma proprio per questo complementari che riescono a dialogare seppur in situazioni drammatiche, in cui ognuno pensa alla morte dell’altro.

Inutile sottolineare come il cinema francese riesca oggi a confezionare dei piccoli gioielli cinematografici partendo da plot a volte quasi inconsistenti. Il film, quando uscirà nelle sale italiane, sarà da non perdere.

data di pubblicazione:25/10/2019








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