L’ASSEDIO di Enzo Ciconte – Carocci editore, 2021

Il sottotitolo in questo caso è illuminante: “Storia della criminalità a Roma, da Porta Pia a Mafia Capitale”. Un excursus lungo e documentato, come dimostra la puntualissima e circostanziata bibliografia finale, che abbraccia più di un secolo e mezzo di vita metropolitana. Da quando Roma aveva la metà degli abitanti di Napoli fino allo sbocciare del Mondo di Mezzo e di Mafia Capitale. Con alcune ripetizioni che sembrano quasi una condanna. Fino a che punto le associazioni criminali possono costituirsi in mafia? La cronica diffidenza per questo riconoscimento a Roma risale dal tempo del “porto delle nebbie” di precedenti gestioni della giustizia. Ma anche in tempi recenti, nella gestione Pignatone-Prestipino il balletto delle interpretazioni si è ripetuto dovendo giudicare i Carminati, i Casamonica, gli Spada. Ma l’orizzonte del libro è decisamente più ampio perché contempla alcuni clamorosi casi di cronaca. Come la responsabilità di una pedofilia ante-litteram attribuita a Girolimoni, un comodo capro espiatorio sotto il fascismo. Oppure, per citare un caso di uno spettro decisamente più vasto e istituzionale, il tentativo di esautoramento della copia Baffi-Sarcinelli, magna pars della Banca d’Italia, per iniziativa del ben etichettabile giudice Alibrandi, con Andreotti testimone muto del tentato golpe. Non a caso da quell’evento si è sviluppato un filone economicistico della politica che non si è mai esaurito. Con le progressive ascese al vertice di personaggi come Ciampi, Monti e ora Draghi. Eppure in un contesto urbano difficile e mutevole fino a qualche anno c’era chi si sforzava di evidenziare la presenza delle mafie nonostante che dai tempi di Frank “tre dita” Coppola (anni ’50) molti interessi sospetti si fossero trasferiti nella città. Oggi, quartiere per quartiere, possiamo riconoscere la presenza di clan autoctoni, camorristi o ‘ndranghetisti nel tessuto vivo imprenditoriale di Roma. Nomi e cognomi riconoscibili. Con la saga di un Piscitelli Diabolik fatto fuori proprio nel momento in cui si sforzava di coagulare la possibile pax mafiosa. Perché meno si uccide più gli affari prosperano.

data di pubblicazione:05/04/2021

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