LA TEMPESTA di William Shakespeare, regia di Maurizio Panici

12 Nov 2016 | Accredito Teatro

(Teatro Argot Studio – Roma, 2/20 novembre 2016)

La Tempesta, commedia in cinque atti che Shakespeare portò a termine nel 1611, tradizionalmente si può considerare l’ultima opera scritta dal celebre drammaturgo inglese. La peculiarità di questa commedia risiede nel fatto che l’autore volutamente riprende tematiche già utilizzate nei lavori precedenti quali il tradimento, la vendetta, la maledizione, il perdono, con l’aggiunta però di elementi meramente magici, quasi mitologici, che rimandano agli schemi dei classici greci dove l’elemento soprannaturale interagisce con gli umani per la risoluzione di questioni dove gli stessi, per natura limitati, non riescono nell’intento.

Il mago Prospero, legittimo Duca di Milano, si trova esiliato da dodici anni su un’isola remota insieme alla figlia Miranda per volere di suo fratello Antonio che, aiutato nella sua scellerata impresa dal Re di Napoli Alonso, si è indebitamente appropriato del titolo per governare sulla città. Unico abitante dell’isola è Calibano, mostro ripugnante figlio della strega Sicorace, che racchiude in sé una natura selvaggia che lo rende incapace di controllare i propri istinti bestiali anche nei confronti di Miranda. Avendo saputo per caso che Antonio sta viaggiando in nave insieme al Re di Napoli e a suo figlio Ferdinando proprio nei paraggi, Prospero, utilizzando le sue arti magiche anche con l’aiuto dello spirito Ariel, suo servitore al quale aveva promesso la libertà in cambio dei suoi prodigiosi servigi, scatena una tempesta che costringe i naviganti ad approdare sull’isola. In questa circostanza potrà finalmente attuare la tanto meditata vendetta nei confronti del fratello usurpatore. I naufraghi, una volta salvi, saranno infatti dispersi e Prospero farà sì che Ferdinando si innamori della figlia Miranda e, sposandola, la porterà a Napoli come regina. Ben riuscito il progetto di Maurizio Panici di proporre al Teatro Argot Studio questa nuova rivisitazione della commedia shakespeariana soprattutto per quanto riguarda lo sguardo introspettivo rivolto ai personaggi in scena che rappresentano le diverse sfaccettature della natura umana. Prospero è dunque il saggio che rappresenta la parte razionale dell’uomo e che sa sacrificare il governo della città e i suoi interessi di potere pur di non abbandonare i suoi amati libri. A lui si contrappone Calibano che, proprio per il suo essere repellente, incarna così la bassezza dell’uomo, succube delle proprie pulsioni. Il regista rimanda ad un messaggio ben preciso: la tempesta è quella in cui tutti noi ci troviamo oggi, disorientati da un groviglio di sentimenti contrastanti e dove nella confusione generale abbiamo difficoltà a trovare la giusta predisposizione alla tolleranza e al perdono. Enigmatica la figura di Calibano, egregiamente interpretato da Pier Giorgio Bellocchio, condannato alla solitudine e al disprezzo che però anela a qualcosa di più, attraverso l’amore, che lo possa far ritornare più umano ed assicuragli inoltre la continuazione della propria stirpe sull’isola. Ecco che riemerge ancora una volta la natura ambivalente dell’uomo che pur nel deprezzamento generalizzato di ogni valore etico, sente in fondo la necessità di un ritorno alla purezza e al riscatto di quelle qualità proprie della sua natura, prima che siano irrimediabilmente disperse dagli egoismi e dai soprusi. Buona la prova di Luigi Diberti nel ruolo di Prospero, così come degli altri attori del cast che hanno saputo dare risalto all’espressività della parola, seguendo l’intento del regista che la voleva protagonista, più che l’immagine, esattamente al centro dell’intera rappresentazione.

data di pubblicazione:12/11/2016


Il nostro voto:

1 commento

  1. La regia di Maurizio Panici ha portato gli spettatori in una vera e propria tempesta, non sembrava di stare in un teatro, lo spazio si è magicamente dilatato, sicuramente grazie anche al buon lavoro del tecnico luci Paolo Meglio e del light designer Giuseppe Filipponio. Ottimo cast, in particolare mi ha colpito l’interpretazione di Claudia Gusmano nel ruolo di Ariel per lo studio attento che è stato fatto sul personaggio.

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