LA SIGNORINA GIULIA di August Strindberg, adattamento e regia di Leonardo Lidi, con Giuliana Vigogna, Christian La Rosa e Ilaria Falini.

17 Ott 2022 | Accredito Teatro

(Teatro Vascello – Roma, 11/16 ottobre 2022)

Il crudo naturalismo di Strindberg portato su una scena essenziale con sintesi bergmaniana per un vivo successo di pubblico fino all’ultima replica.

Ci vuole coraggio per approcciare un testo del 1888, proposto in Italia per la prima volta nel 1897, tra discussioni e polemiche. La disinvolta signorina Giulia creca un corto circuito di classe tra padrone e servi, tra la famiglia del conte e il proletariato. Il debutto è come il finale: contrassegnato da una scenografia opprimente. Un muro nero che occupa tutta la scena e da cui salgono e scendono i tre protagonisti. La vicenda è sfrondata di personaggi e situazioni, calata in un clima di ambigua e ammiccante sinteticità con speculazioni evocative. Con il linguaggio dell’ottocento che acquista una sua durezza con scoppi di turpiloquio e l’affabulare istintivo e ferino del servo. Vicenda che nell’originale termina con un suicidio e che qui invece veicola un finale aperto. I tre attori sono bravi ad acuire la tensione in un crescendo di dialoghi convulsi dove l’apparente normalità sembra garantirà dall’iper-religiosità della cuoca, sempre più scandalizzata dalle evoluzioni degli altri due protagonisti ma comunque partecipe del loro rapporto. Balletto dialettico a tre. Con il servo eccitato e una Giulia che vuole e non vuole, irretita ma anche provocatrice in un gioco a specchio in cui non si sa bene chi sia la vittima e chi il carnefice nella manifesta volontà di uscire dagli schermi. Il testo di Strindberg, rivoluzionario per l’epoca in realtà era destinato a stupire la classe media e fu il grimaldello per la fama del drammaturgo svedese che si affaccia sul crinale dei quaranta anni con questa proposta estremamente scandalizzante per l’epoca, comprensiva del fatto che la Signorina Giulia era interpretata da sua moglie. Si respirano temperature del nord, quelle non troppo dissimili dal norvegese Ibsen.

data di pubblicazione:17/10/2022


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