LA RAGAZZA CARLA di Alberto Saibene, 2016

Il cinematografico – in quanto crea immagini durante la lettura – poema di Elio Pagliarani,  La ragazza Carla, edito nel 1960 da Mondadori, è ora un riuscito film a sua volta poetico.

In molti film si constata l’insita poesia, ma di veramente pochi si può dire che sono poesia;  come il poema cui fa riferimento è un romanzo per immagini, La ragazza Carla per la regia di Alberto Saibene è una poesia filmica.

Il compenetrarsi di generi, di arti diverse, è stato possibile proprio grazie alla commistione di più tecniche visive e alla collaborazione di più professionalità.

Curioso è anche lo specchiarsi dei nomi, come Carla, Carla Chiarelli che da molti anni gira i teatri recitando il poema del grande Elio Pagliarani, e che qui dà urgenza alla parola presentandosi vestita quasi da mimo, in modo tale da sparire e contemporaneamente essere ossa e carne della poesia.

La poesia è già una forma di immagine, come ci ricorda Alberto Saibene, e dunque misuratissima doveva essere nel film la visione rappresentata, per non sovrapporsi; le riuscite scelte del team sono state nella direzione della semplicità e della sottrazione.

Il coraggioso lavoro collettivo è arrivato a dare quell’impostazione che fa del film un’opera a sé, con una nuova forma raggiunta anche aggiungendo un elemento del tutto costruito, la lettura di un testo appositamente scritto da Renato Gabrielli per Elio – ecco il nome che si specchia nuovamente – Elio (de Le Storie Tese) che fa il commento ironico strappando più di una risata in sala e dando il senso ineluttabile del poema.

Il film riesce a dare il sapore dell’immediato e pur millimetrico linguaggio poetico; questa fucina di poetiche idee (i disegni della fumettista Gabriella Giandelli, le immagini dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio, gli esplicativi sunti a mò di didascalia di film muto, Milano in bianco e nero, la fotografia di Luca Bigazzi) messe insieme, nella loro forte differenza, che sarebbe dissonanza, compongono, invece, il poema nel suo spirito, danno forma alla sua essenza. Il puzzle di tecniche diverse diventa un fluire unico e rende percepibile, grazie all’accostamento di immagini, suoni, ricordi, disegni, città, automobili, fabbriche, uffici, macchine da scrivere, persone, volti la carne del poema.

Raramente si assiste a un simile miracolo di compiutezza.

Un bell’omaggio per far conoscere il Poeta – che compare declamante in pochi attimi nei titoli di coda – questo film da non perdere.

data di pubblicazione:09/05/2016

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ricerca per Autore:



Share This