(Teatro Quirino – Roma, 1/2 ottobre 2017)
Quattro attori, quattro protagonisti, quattro storie nel Sud Italia della prima metà del Novecento e della seconda guerra mondiale.
Arturo è un pizzaiolo romano, del quartiere “borgataro” Garbatella, che ama le donne e gli stornelli.
Maria è una giovane palermitana che sogna di ballare, ma alla quale la guerra porterà via l’innocenza e i passi di danza.
Reginella è una ragazza napoletana che dietro l’esuberanza nasconde la fragilità di un cuore spezzato.
Mamozio è un pescatore calabrese che si vede costretto a continuare l’attività di famiglia: ama il mare, ma non sa nuotare.
Le storie si alternano, affidate ora al discorso indiretto dei protagonisti ora a dialoghi veri e propri ora agli strumenti e alle musiche che segnano il ritmo dell’Italia meridionale. Sul palco sono in quattro, ma sembrano molti di più: Eleonora De Luca, Agnese Fallongo, Teo Guarini, Domenico Macrì recitano, cantano, ballano, coinvolgono il pubblico.
Il fascino della quotidianità e l’eccezionalità della normalità irrompono sul palco, accendendo i riflettori su un passato che sembra remoto ma in realtà è fin troppo prossimo. I sentimenti, i sogni, le speranze, la voglia di riscatto, in fin dei conti, restano gli stessi malgrado il passare dei decenni e dei secoli.
La leggenda del pescatore che non sapeva nuotare nasce dalle interviste realizzate da Agnese Fallongo durante i suoi “viaggi” in un’Italia che ha ancora molto da raccontare e da insegnare. Il risultato è uno spettacolo musicale gradevolmente sincero e piacevolmente riflessivo.
data di pubblicazione: 1/10/2017
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