LA CORRISPONDENZA di Giuseppe Tornatore, 2016

Corrispondenza deriva da corrispondere, che significa rapporto reciproco fra elementi diversi, coincidenza tra essi, ed in matematica essa può essere univoca o biunivoca; ma c’è corrispondenza anche in un carteggio, in uno scambio di lettere tra persone, e significa anche contraccambio di affetti: celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi… diceva il poeta.

Ed Phoerum (Jeremy Irons) è un noto professore di astrofica che mantiene ancora intatto il suo fascino di sessantenne grazie anche alla relazione extraconiugale con Amy Ryan (Olga Kurylenko), una sua studentessa che, seppur fuori corso, ha ben tre anni meno di sua figlia Victoria. Il loro è un amore romantico, fatto di messaggi, fiori, notti vicino al camino in una casa sul lago e di ricorrenti incontri nella stessa stanza dello stesso albergo. Dura da sei anni la loro storia: una storia fatta anche di lontananza, di telefonate, di attese e di una fitta corrispondenza oltre che con lettere tradizionali, anche digitale tramite mail, sms, messaggi video o chiacchierate via skype. C’è una perfetta sintonia tra questo bel signore un po’ in là con gli anni, impegnato in congressi di astrofisica, libri e lezioni all’università e questa giovane donna che per pagarsi i suoi (brillanti) studi universitari si mantiene facendo la stuntwoman o la fotomodella per scultori in erba: la distanza tra i loro mondi non è nulla rispetto a ciò che per studio interessa loro veramente. Ma ad un certo punto della loro storia Ed si allontana, i suoi appuntamenti con Amy divengono sempre più difficoltosi: fugge forse da lei perché non può più sottrarsi ai suoi doveri familiari? O vuole semplicemente mettere a dura prova l’amore della sua Amy?

Giuseppe Tornatore, dopo la virata verso un cinema più internazionale con La migliore offerta, ci convince ancora una volta con la sua maestria registica confezionando un film perfetto, come un meccanismo ad orologeria, trattando un tema impalpabile come l’amore in un modo assolutamente originale, sostituendo all’armonia di sentimenti umani e fisici una intensa ma anche molto celebrale storia d’amore, tra due esseri molto distanti come le stelle che amano studiare ma anche terribilmente attratti l’uno dall’altra, in cui l’elemento spazio-temporale che si frappone tra i due è il vero protagonista dell’intera vicenda. Ma l’emozione, nonostante la bravura indiscussa dei due interpreti, è sopraffatta proprio dalla perfezione di questo meccanismo messo su dal regista che de La corrispondenza ha scritto anche soggetto e sceneggiatura, sino a soffocarne l’emozione pulsante, come una bella cornice che ci distoglie dalla bellezza del quadro per allontanarci da esso, in dissolvenza. Ed anche le stelle si trasformano da elemento romantico per eccellenza, da guardare a naso in su in una serata d’estate, in elemento da studiare attraverso un sofisticato strumento da astrofisico, divenendo così argomento solitario, freddo, distante, che unisce forse i mondi di questi due improbabili esseri umani per l’originalità delle loro scelte di vita, ma che non riesce ad emozionare lo spettatore che invece della descrizione di tanto amore vorrebbe nutrirsi.

data di pubblicazione:16/01/2016


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1 commento

  1. Dopo la migliore offerta Tornatore ritorna sul grande schermo con la corrispondenza, con Jeremy Irons e Olga Kurylenco.
    Amy è una giovane studentessa e lavora come stantman nel cinema, Ed invece è un brillante astrofisico. La loro storia d’amore si consuma con skipe ma anche attraverso e mail e messaggi.
    Rispetto a La migliore offerta, La corrispondenza è un film decisamente più internazionale, e come se l’amore di Amy e Ed sia un amore tecnologico.
    Amy è profondamente innamorata di Ed e anche Ed è molto innamorato di Amy.
    Quando Amy viene a conoscenza che Ed è morto per lei inizia un viaggio alla scoperta della verità che man mano per lei sarà sempre dolorosa. Amy nel suo viaggio incontra diversi personaggi, che cercano di aiutarla, ma Amy dentro di sé ha un dolore legato alla sua infanzia e alla morte del padre.
    Insomma Tornatore ancora una volta torna a sorprenderci per la magia della regia, la capacità di raccontare l’amore e la verità al tempo della tecnologia. Una specie di nuovo romanticismo che attraverso la tecnologia sfida addirittura la morte.

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