IL PADRE D’ITALIA di Fabio Mollo, 2017

Paolo si imbatte in Mia durante una serata in discoteca. Lei gli sviene tra le braccia: da quel momento le loro vite si legano indissolubilmente in qualcosa che è molto più grande di quanto possano sperare, perché ha a che fare con la realizzazione dei desideri più profondi, quelli che non si pensa mai, un giorno, possano diventare realtà.

 

Paolo, taciturno, introverso e solitario, è un uomo che vuole nascondersi alla vita e non vuol essere trovato. Cresciuto in un orfanotrofio, tra l’affetto delle suore e la compagnia di bambini sfortunati come lui, della madre non ricorda più il viso ma solo le spalle, che ancora oggi rappresentano il suo incubo ricorrente, testimonianza di un tragico abbandono. Mia, con la sua vitalità, riesce a stravolgere tanta apparente tranquillità: è una ragazza esuberante, bugiarda, che fuma e beve pur essendo in avanzato stato di gravidanza, e racconta a Paolo tasselli di una vita inventata al momento, in cui anche lei in fondo vuole crederci un po’. Eppure Paolo ci crede e ne viene attratto, proprio lui che è da poco uscito da una storia straziante con Mario, l’uomo con cui non ha voluto impegnarsi dopo aver condiviso otto anni della sua vita; con Mia invece mette tutto in discussione: lavoro, vita, abitudini, forse perché lei ha il dono di portare in grembo una creatura con cui potrebbe creare quella famiglia che non ha mai avuto, quel sogno etero, che lui colloca nella normalità, e che gli è sempre stato negato.

Esce nelle sale Il padre d’Italia, secondo lungometraggio del regista e sceneggiatore Fabio Mollo, road movie in cui i protagonisti partono da Torino per arrivare, passando da Asti, Roma e Napoli, sino alle case sempre in costruzione e mai finite di Gioia Tauro, con le strade abitate da soli uomini e le case piene di donne intente a fare lavori domestici, tra il rumore di un mare cristallino di cui nessuno sembra accorgersi. Il film, attraverso le vicende intime dei due protagonisti, parla d’amore ed anche dell’importanza del ruolo genitoriale, e lo fa partendo dall’opposto ovvero dall’assenza di desideri, da quel lasciarsi andare ad una vita preconfezionata, precaria, senza futuro, fatta di non-scelte, in cui si tende a reprimere ogni sogno perché sognare vuol dire guardare al futuro quando invece, per impossibilità o semplicemente per paura, si può solo vivere il presente.

Le figure di Paolo e Mia sono, seppur estremizzate, assolutamente profonde e reali perché rappresentano gli alti e i bassi di un medesimo presente: due vite solitarie ed incomprese che riusciranno ad aprirsi uno spiraglio per guardare oltre.

Il film merita di esser visto. Una menzione particolare va agli interpreti: Isabella Ragonese (Il giovane favoloso, Dobbiamo parlare) e Anna Ferruzzo (Anime Nere, Le ultime cose), che nei ruoli rispettivamente di figlia e madre incarnano splendidamente due figure femminili agli antipodi; e il bravissimo Luca Marinelli (Non essere cattivo, Lo chiamavano Jeeg Robot), che riesce a commuoverci profondamente con la sua toccante interpretazione declinata attraverso gli occhi di Paolo, occhi che riescono ancor prima delle parole a dirci tutto ciò che c’è da sapere.

data di pubblicazione:19/03/2017


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2 Commenti

  1. Condivido quanto scritto nella recensione: finalmente un buon film italiano. Attori bravissimi e molta originalità nel trattare ciò che si nasconde tra le pieghe dello spirito umano.

  2. Un bel film italiano. Due persone con due storie completamente diverse, entrambi profondamente soli che si incontrano in circostanze particolari (incinta lei e appena lasciato dal compagno dopo una relazione di anni, lui)e finiscono per innamorarsi. Diverso è il loro passato e diverse le aspettative riguardo al futuro ma questo incontro casuale che porta Mimma e Paolo a conoscersi intimamente farebbe a tratti ben sperare lo spettatore in un lieto fine per le loro esistenze che in parte si realizzerà. Il viaggio che Mimma e Paolo fanno percorrendo l’Italia da Nord a Sud fa da sfondo all’inquietudine e alla paura di legami e di responsabilità di lei e di contro, paradossalmente al desiderio di mettere radici e di diventare padre di lui. Bravissimi entrambi gli attori a rendere reali e credibili i loro personaggi e decisamente commovente Marinelli in questo ruolo non facile che sembra essergli stato cucito addosso.

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