IL GUSTO DELLE COSE di Tran Anh Hung, 2024

Dodin (B. Magimel) è un gastronomo rinomato nella Francia del 1885. Vive nella tranquillità della sua casa di campagna. La sua cuoca Eugénie (J. Binoche) è il suo braccio destro. La loro intesa lavorativa è divenuta in 20 anni anche una relazione affettiva creando una routine gastronomica e sentimentale perfetta. Dodin vorrebbe sposarla ma Eugénie non ha alcun interesse. Perché cambiare una ricetta quando funziona? Dodin allora …

 

Anh Hung è un regista e sceneggiatore franco-vietnamita. Il suo film d’esordio Il Profumo della papaya verde vinse il Premio Caméra d’Or a Cannes 1993. Il secondo, Cyclo vinse il Leone d’Oro a Venezia 1995. Questo suo 7° film ha vinto il Premio per la Regia a Cannes 2023. Evidentemente è un Autore che si prende i suoi tempi ma il grande talento estetico resta pur sempre la sua cifra stilistica. Scenografie molto ricercate, inquadrature studiate e curate come fossero quadri, uso sapiente della fotografia e del colore, ritmi lenti e contemplativi. Il Gusto delle Cose è un’opera da cui traspira l’amore per la Francia d’antan e per i suoi piaceri culinari. Un omaggio ai sapori, alle alchimie della buona cucina. In parallelo è anche un’ode alle sfumature dei sentimenti umani.

Il lungo ed ipnotizzante piano sequenza iniziale in cui viene mostrato tutto il processo realizzativo di un piatto elaborato è una professione di fede verso la Cucina e verso l’Amore. I fuochi, i vapori, il sobbollio del brodo, i rumori delle stoviglie e dei coltelli sostituiscono le parole. Un balletto silenzioso della cinepresa fra pentole e mestoli. L’abilità del Regista e del Direttore della Fotografia seguono i gesti metodici e tranquilli dei due protagonisti. Un insieme armonico che anticipa e rende la profondità, la complicità e la completezza della relazione fra il gastronomo e la sua cuoca. Collaborare a realizzare un piatto ed ogni gesto connesso sono un segreto linguaggio comune con cui si esprimono con pudore e delicatezza i sentimenti di un amore maturo. La bellezza delle immagini è coinvolgente e rende tutta la sensualità alchemica della passione culinaria ed affettiva.

Si tratta di un’opera poco comune ed autoriale in cui la parte narrativa è quasi un pretesto ed ha una rilevanza limitata malgrado l’accenno anche a temi come il desiderio di libertà, l’emancipazione femminile, l’amicizia e la perdita. La vera ed unica ambizione del film infatti è raccontare la forza calma delle due passioni.

La Binoche e Magimel sostengono il film. Ex coppia nella vita reale hanno una chimica incredibile e magnetica. La loro complicità è palese e palpabile. Riempiono le inquadrature con il loro carisma e con la misurata intensità delle interpretazioni. Ottimi anche gli attori di secondo piano. L’abilità delle riprese, la messa in scena, la regia ed il montaggio sono straordinari, la fotografia è una gioia per gli occhi. I ritmi sono scientemente lenti come le stagioni che si succedono. Un’opera volutamente “vecchio stile” ma affascinante ed espressiva che cattura pian piano lo spettatore con la magia della sua delicatezza.

Più sensuale de La cena di Babette e di Chocolat, Il Gusto delle Cose entra di diritto tra i classici del cinema culinario. Se però vi aspettate una puntata di Masterchef o un film d’azione evitate di andarlo a vedere!

data di pubblicazione:8/05/2024


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