IL CORSETTO DELL’IMPERATRICE di Marie Kreutzer, 2022

È da alcuni giorni uscito nelle sale italiane lo ”stiloso” e sofisticato film di Marie Kreutzer Il corsetto dell’imperatrice. Ambientato a Vienna nel 1877 in occasione del compimento dei 40 anni dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, il film ci restituisce un’immagine dell’imperatrice, conosciuta come la principessa Sissi, molto distante da quella interpretata anni orsono da Romy Schneider. Costretta dal suo rango a comparire in pubblico, Elisabetta è attanagliata dal timore che la sua bellezza stia sfiorendo, e da una profonda infelicità che le genera violenti ed incontrollati gesti di ribellione.

 

Il film è il ritratto di una donna indubbiamente bella, che per gestire il proprio aspetto si sottopone a diete ferree, sport di ogni genere e vestizioni con corsetti via via sempre più stretti che possano mettere in risalto un giro vita estremamente sottile. Finti svenimenti, allontanamenti volontari e continui da Corte, intrattenimenti con uomini più giovani che le restituiscono quei complimenti che l’imperatore non le fa più da molto tempo destinandoli solo a giovanissime dame di corte, sono gli ingredienti di una profonda e costante inquietudine che pervade la vita di una Sissi oramai quarantenne (in un epoca in cui iniziava anagraficamente il declino verso un’età matura) e stanca, sovente sopraffatta da istinti suicidi, madre distante di due figli infelici.

Personaggi ben delineati, come l’imperatore Francesco Giuseppe e gli stessi figli oltre alle dame di corte, fanno da sfondo a Vicky Krieps (splendida interprete ne Il filo nascosto accanto al magnifico Daniel Day-Lewis) che incarna magistralmente una principessa soffocata dalla gabbia dorata che il suo rango le impone, alla quale si ribella con tutte le sue forze, dando vita al ritratto di una donna che va ad aggiungersi alla fitta schiera di personaggi di spicco restituiteci negli ultimi tempi dal cinema in chiave contemporanea, a partire da Marie Antoinette di Sofia Coppola sino al recente Spencer di Pablo Larrain.

Costumi, ambientazioni, paesaggi sono particolarmente esaltati da un accompagnamento musicale indimenticabile e persistente che sottolinea questo clima claustrofobico in cui la protagonista, angosciata solo da doveri di facciata, deve suo malgrado muoversi e vivere, metaforicamente rappresentato da quel corsetto che si fa via via sempre più stretto, sino a toglierle il respiro come la vita a corte accanto ad un uomo che non la ama più e verso il quale ha come unica arma quella di alternare atteggiamenti volubili ed egocentrici a fughe continue, sino ad assaporare verso la fine dei suoi giorni una apparente ed effimera pace regalatele dall’eroina.

Presentato al Festival di Cannes nella Sezione Un Certain Regard, il film ha ottenuto un premio per la miglior interpretazione a Vicky Krieps e rappresenterà l’Austria agli Oscar 2023.

Decisamente da non perdere.

data di pubblicazione:19/12/2022


Scopri con un click il nostro voto:

1 commento

  1. Anche a me il film ha fatto un certo effetto soprattutto perché avevo un’immagine di Sissi sempre allegra e spensierata a consolare l’infelice cugino Ludwig di Baviera. La scenografia è molto curata perché accanto allo sfarzo di corte si contrappone un contesto decadente e trascurato. Forse per rispecchiare pienamente l’ambiguità interiore della protagonista. Un film che sono andato a vedere senza troppa convinzione ma che poi si è rivelato pieno di stimoli emotivi. Anch’io consiglio di andare a vedere …

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ricerca per Autore:



Share This