I DUE VOLTI DI GENNAIO di Patricia Highsmith – Bompiani editore, ristampa 2020

Come Hitchcock condiva invariabilmente i propri film con il misterioso McGuffin egualmente Patricia Highsmith incrocia triangoli di morte con un trittico di personaggi, una composizione in cui compaiono generalmente due uomini e una donna. Formula di successo che non stanca se ben orchestrata. Il successo del film con Viggo Mortensen, Kirsten Dunst e Oscar Isaac ha invitato l’editore a rilanciare quella che rimane una prova decisamente minore nel robusto curriculum dell’ipocondriaca scrittrice amante dei gatti. C’è suspense e thrilling ma non verosimiglianza in questa storia di delitti e pedinamenti che si svolge tra la Grecia e Parigi con una disinvoltura logistica e una mancanza di credibilità nel plot francamente imbarazzante per chi ha assaggiato le migliori prove dell’autrice texana. Personaggi che si inseguono e che rinviano misteriosamente il proprio inevitabile regolamento di conti quasi che un’improcrastinabile tensione omosessuale li legasse. In un’overdose di passaporti falsi le polizie di buona parte d’Europa sembrano fare una brutta figura assistendo a questa sarabanda di spostamenti, all’apparizione di location (Cnosso ad esempio) che sembrano solo il pretesto per divagazioni archeologiche o modesti stratagemmi per allungare il brodo. Di fronte a tanta superficialità appare inspiegabile il ricorso a un killer (pagato) per eliminare uno dei contendenti e la mancata sorpresa del pagatore quando il possibile giustiziato gli ricompare fuori dalla porta della camera d’albergo e lui, per nulla meravigliato, lo fa entrare nella stessa. Come se il filo narrativo fosse stato perso e il libro dovesse essere portato a termine in qualche modo. Di fronte a tanta palese inverosimiglianza anche la struttura psicologica dei protagonisti smotta e riduce i personaggi a simil-macchiette. Il risvolto di copertina descrive il libro come elegante, seducente e sofisticato. Ci vuole molta buona volontà per aderire a questo sperticato encomio per una trama che si tiene su con forzature e penose spille di sostegno. Eppure la prima pubblicazione dell’opera è del 1964 e quello doveva essere il periodo d’oro dell’autrice.

data di pubblicazione:24/04/2020

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