GO HOME – A CASA LORO di Luna Gualano, 2018

(FESTA DEL CINEMA DI ROMA – Alice nella città, 18/28 ottobre 2018)

Una sala stracolma di sorrisi e di etnie, di abbracci e applausi per l’italianissimo Go Home – A casa loro, lo zombie movie di periferia, fortemente voluto da Alice nella città nella sezione ‘Panorama Italia’.Si parla e si parlerà a lungo di Go Home – A casa loro, opera prima di Luna Gualano, scritto da Emiliano Rubbi.

 

Siamo davanti a un centro d’accoglienza, una violenta manifestazione di militanti di estrema destra ne vuole impedire l’apertura. Arrivano dei manifestanti di sinistra, divampa una lotta. La tensione sale, le facce si trasformano in preda alla rabbia, alla follia razzista, alla volontà di sopraffazione. C’è una tv di quartiere e c’è tutto il razzismo del nulla cui purtroppo siamo oggi abituati. Enrico, interpretato da Antonio Bannò,un ragazzo di estrema destra è intento a manifestare con il suo gruppo. Ma, all’improvviso, si diffonde un virus. E sul piazzale davanti al centro di accoglienza tutti cominciano a trasformarsi in zombie, a rincorrere le persone per morderle.
Enrico trova riparo nel centro di accoglienza tra i rifugiati politici che improvvisamente diventano i suoi salvatori. Mentre fuori i morti camminano sulla terra, il giovane cerca in tutti i modi di farsi accettare dai migranti mentre il pericolo dilaga.

Go Home – A Casa Loro porta avanti una lucida accusa contro l’involuzione della società; l’esasperazione del quotidiano diventa un horror sulla discriminazione e sull’odio razziale che sta dilagando in Italia, soprattutto fra i più giovani. Il sentimento d’odio che dilaga soprattutto in quelle periferie dove il conflitto sociale rischia di esplodere più facilmente.

E’ la saga della società ignorante, spaventata e aggressiva nei confronti del diverso.

Il film è una bellissima babele culturale fatta di occhi e lingue diverse: i dialoghi sono in italiano, inglese, francese, arabo, dialetto africano, quello che è poi oggi la comunicazione in un centro di accoglienza. Una intelligente allegoria su quale deriva culturale e politica sta perseguendo il nostro paese.

Ma è soprattutto la storia della realizzazione di questo piccolo grande film che incanta e che è testimoniata da tutti coloro che appaiono nei titoli, una lista infinita di nomi, una vera favola a lieto fine perché frutto della determinazione di un gruppo di persone che ha creduto e fattivamente contribuito alla realizzazione di un progetto e di un’idea. E questo è un grande insegnamento per tutti.

data di pubblicazione:24/10/2018








 

1 commento

  1. Grazie mille per l’articolo, contentissima che sia piaciuto!

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