GLI OCCHI DI TAMMY FAYE di Michael Showalter, 2022

Stati Uniti, anni ’70 ed ’80 del secolo scorso, Tammy Faye (Jessica Chastain) ed il suo carismatico marito Jim Baker (Andrew Garfield) si fanno spazio nel mondo dei televangelisti affascinando l’America profonda e creando dal nulla un network televisivo che estende i suoi interessi in molteplici attività. Un business che va ben al di là della diffusione delle parole di Fede. Chi manipola? Chi è manipolato?Tutto è ambiguo! Fino a quando …

Esce oggi nelle sale cinematografiche il film con cui si è aperta l’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma. Diciamolo subito, non resterà certo negli annali, ma potrà essere semmai ricordato essenzialmente per l’ottima interpretazione della Chastain in uno di quei ruoli “totali ed immersivi” che in America spesso portano dritti, dritti all’Oscar. La Critica autorevole pronostica già una nomination per la sua intensa interpretazione.

La Chastain dà infatti vita e sostanza al percorso esistenziale ed alla personalità atipica, fragile e, nel contempo, determinata di Tammy Faye disegnando un ritratto eccezionale ed affascinante di una donna dal carattere dai tanti risvolti. Scompare letteralmente sotto il trucco per riapparire poi come Tammy Faye a suo totale agio recitativo. È in scena costantemente e tutto il film poggia sulla sua magnifica interpretazione che, a tratti, sembra quasi intenzionalmente sfiorare la caricatura. L’attrice riesce però a discostarsene con un solo sguardo, uno sguardo intenso che fa emergere tutta la fragilità ed i tormenti interiori che si nascondono nel fondo di un personaggio complesso le cui esperienze familiari giovanili hanno influenzato le sue attese, la sua religiosità. Una Fede ed una personalità che restano fortemente ingenue ed infantili perchè condizionate da nodi irrisolti. Un essere umano che pur dietro un look ed atteggiamenti eccessivi e caricaturali, merita simpatia piuttosto che pietà e disprezzo, e… ogni volta, gli occhi della Chastain lavorano magistralmente per ricordarcelo! Una performance recitativa ed interpretativa veramente rimarchevole, tutta centrata sul contemperamento degli eccessi della personalità con l’interiorità espressiva

Nel cast oltre ad Andrew Garfield, il carismatico marito, ed allo stuolo di eccezionali secondi e terzi ruoli, va segnalata poi anche Cherry Jones (nei panni della mamma di Tammy) che con la sua capacità recitativa fa da contrappunto di concretezza nel delirio di illusioni. La regia, supportata da una buona sceneggiatura, è sapiente ed equilibrata e dimostra una buona capacità di direzione artistica in un film tutto centrato sulle esuberanze recitative. Pur rasentandolo spesso, evita abilmente di cadere nel kitsch e in altre possibili sbavature

Basato su un documentario di egual titolo il film è un classico dramma biografico costruito sulla storia della coppia di telepredicatori. Un ritratto però troppo lusinghiero e compassionevole, un’ambiguità maggiore avrebbe meglio rispecchiato la realtà, e, soprattutto, avrebbe dato alla narrazione anche un tocco di complessità e realismo maggiore. Sullo sfondo, ma non marginale, la religione dei telepredicatori come business, il ruolo dei circoli religiosi, veri organismi corporativi che operano secondo le regole delle grandi imprese capitaliste. I conflitti di idee, di interessi, le relazioni politiche, il controllo delle masse, delle donazioni, dei voti e le collusioni con il Potere.

data di pubblicazione:02/02/2022


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