GIUSTO LA FINE DEL MONDO di Jean Luc Lagarce, regia di Francesco Frangipane

1 Mar 2020 | Accredito Teatro

(Teatro Piccolo Eliseo – Roma, 13 febbraio/1 marzo 2020)

Capita accidentalmente che nell’era del coronavirus si parli dell’Aids. Malattia contagiose che accendono nevrosi e psicosi. Qui il dramma si riflette in interno familiare. Che poi tanto famiglia accogliente non è …

Vicenda dolorosamente autobiografica portata in teatro da un autore che si è spento a soli 38 anni. E che non è riuscito a comunicare alla propria famiglia quanto gli stava accadendo. Familiari solo al corrente della sua omosessualità (evocata con garbo in un passaggio in cui si sottolinea la volontà e l’impossibilità di avere una discendenza). Una gabbia che alza e si abbassa scenograficamente descrive l’interno e l’esterno. Dentro non si riesce a comunicare. Spezzoni di monologhi senza risposta con l’inespresso a farla da padrone. L’ospite atteso, il malato, dovrebbe rivelare la propria condizione e quella condanna a morte che gli piove sul capo ma è continuamente scoraggiato dalle interruzioni di senso nei vari dialoghi con i parenti. Recitazione fredda e distaccata che vira verso l’incomunicabilità e tende a farci capire quanto la malattia regali isolamento, incomprensione e scarsa solidarietà anche all’interno di un nucleo familiare afflitto da varie problematiche. La personalità della Bonaiuto in un dramma rodato non schiaccia il carattere ben rappresentato degli altri protagonisti, ognuno dei quali ha un piccolo assolo su cui appoggiare il pezzo forte della parte. Dato che non esiste una vera e propria coralità di recitativa ma solo tanti spezzoni che si avvalgono della storica traduzione di Franco Quadri. Il lutto a venire è un doloroso sottotesto. La voce fuori scena del protagonista ne allude in avvio e lo ribadisce alla fine. Un’uscita di scena metonimica. Sobrietà e lucido rigore nello stile e del profilo del dramma che si avvale delle musiche originali di Roberto Angelini. Sinceri applausi in uno spettacolo in cui la parola più che i movimenti scenici ha un ruolo fondamentale attingendo a un testo di profonda emotività.

data di pubblicazione:01/03/2020

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