GIURAMENTI – TEATRO VALDOCA

26 Mar 2018 | Accredito Teatro

(Teatro Vascello – Roma, 21/25 marzo 2018)

È tornato in scena al Teatro Vascello di Roma, dal 21 al 25 marzo 2018, il Teatro Valdoca con lo spettacolo GiuramentiIl Teatro Valdoca, nato nel 1983 a Cesena, dal sodalizio fra il regista Cesare Ronconi e la poetessa e drammaturga Mariangela Gualtieri, ha da sempre perseguito con rigore e raffinatezza una propria ricerca sul lavoro d’attore, creando spettacoli corali, in una scrittura scenica che fonde danza, arti visive e musica dal vivo.

Con Giuramenti il regista Cesare Ronconi riparte da una piccola comunità di giovani attori e danzatori per attivare le dinamiche pedagogiche e spettacolari proprie del Teatro Valdoca.

Lo spettacolo si sviluppa su una liturgia lirica che alterna brani cantati, brani recitati, brani danzati in cui il movimento produce una partitura di suoni prodotti da percussioni, bastoni di legno, anelli di metallo mentre sul fondo, un grande specchio concavo restituisce ribaltata la visione frontale dello spettatore. Al centro di questa struttura un movimento continuo, una comunità temporanea e solidale, che non usa la narrazione ma la poesia.

Un viaggio a ritroso nel tempo per poter poi interrogare il presente, indagare i corpi e i sentimenti di chi oggi ha vent’anni e guarda il mondo esterno e i suoi conflitti, la sua bellezza, le sue incoerenze.

Dodici giovani interpreti che raccontano un coro in movimento, fluido e vitale e che gridano in faccia al mondo la propria inquietudine, l’amore, l’ardore, o sussurrano un sapere antico ed enigmatico. E dal coro si distaccano poi singolarmente coi loro racconti intensi e delicati che richiamano il rapporto primordiale tra l’uomo e la natura, oggi quasi dimenticato e sopraffatto dalla tecnologia. L’invito che fa la compagnia cesenate al pubblico, alla fine, è questo: va riscoperto il movimento del corpo e della mente, l’incanto della parola detta e non scritta.

Uno spettacolo empatico e in controtempo, arcaico per certi versi. I giovanissimi interpreti danno allo spettacolo un sapore acerbo e tribale, non carico di colpi ma d’effetto a motivo di un’impalcatura narrativa non chiara, ma che poi si traduce in un mantra inquieto e crescente che alla fine tocca le corde più intime di chi lo ascolta.

data di pubblicazione: 26/3/2018


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