FOUDRE di Carmen Jaquier, 2022

(Festa del Cinema di Roma, 13/23 Ottobre 2022)

Elisabeth, già da alcuni anni in noviziato presso un convento dove all’età di dodici anni era stata rinchiusa per volere del padre, viene improvvisamente richiamata a casa per sostituire nel lavoro dei campi la sorella Innocente, venuta a mancare in circostanze poco chiare. Alle insistenti domande della ragazza sulla sua morte, ognuno cerca di eludere qualsiasi forma di risposta. La scoperta del diario di Innocente le consentirà di scoprire i segreti della sua vita e i pregiudizi di cui era rimasta vittima.

 

Carmen Jaquier, nata a Ginevra nel 1985, si è fatta conoscere dalla critica internazionale per aver fatto parte di un gruppo di dieci registi che hanno presentato al Festival di Locarno il film Heimatland, un lavoro collettivo che ha avuto grande risonanza per la tematica sociale affrontata. Foudre, presentato in prima mondiale al Festival di Toronto e ora alla Festa del Cinema, tradotto in italiano sarebbe il “fulmine” e per l’appunto è veramente qualcosa che folgora lo spettatore sin dalla prima scena e attanaglia l’attenzione per tutta la durata della proiezione. Una prova d’autore ben riuscita dove la regista riesce a realizzare un piccolo capolavoro intriso di grande sensibilità e di indiscussa abilità nel raccontare una storia che, sia pur ambientata nel passato in una ristretta comunità svizzera agli inizi del novecento, ci riporta inevitabilmente a fatti di cronaca dei giorni nostri. Una attenta riflessione sull’amore naturale e sulla sessualità senza discriminazioni di genere che trova ancora oggi la violenta e anacronistica avversione da parte della religione. Elisabeth (Lilith Grasmug) dalla pace del convento, nel quale era entrata perché costretta e dal quale viene strappata perché costretta, si trova ora catapultata in seno ad una famiglia nella quale è del tutto estranea, sottoposta a delle regole severe e dove non è lecito chiedere. Nessuno vuole dirle come e perché la sorella maggiore sia morta, c’è intorno alla sua figura una densa omertà. La scoperta casuale del suo diario le consentirà ci capire appieno come abbia saputo lottare per sperimentare la propria vita secondo ciò che lei stessa riteneva giusto per il suo mondo interiore. In un universo così chiuso, tra le valli svizzere, era naturale sottostare alle rigide dottrine della religione e qualsiasi forma di spontanea ribellione veniva subito considerata opera del demonio. Ecco che Elisabeth ora vuole ripercorrere le orme della sorella e inizia insieme a tre giovani del luogo, quella silenziosa rivoluzione che la porterà a scoprire le emozioni del proprio corpo e a condividere con i ragazzi le prime esperienze sessuali che assumono però un carattere quasi mistico a contatto con la natura. La fotografia, curata in maniera superlativa da Marine Atlan, ci riporta, nelle riprese degli interni, a un gioco di buio e di luce radente che illumina i volti con una incisività che è propria dell’arte caravaggesca. Film profondo, forte, emozionante che mette in luce il punto di osservazione di Carmen Jaquier, primo lungometraggio di una regista che sicuramente in futuro ci regalerà altre suggestioni, così come è avvenuto con questo film.

data di pubblicazione:17/10/2022


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