FORSE HO SOGNATO TROPPO di Michel Bussi – Edizioni e/o 2019

Michel Bussì è autore di Polar (mix di polizieschi e noir) dal successo ormai planetario e dai molteplici adattamenti televisivi che è esploso anche in Italia a partire dal 2011 con l’uscita di Ninfee Nere. Con questo suo ultimo romanzo, il 12°, lo scrittore ci porta in un intrigo un po’ diverso dal solito, in un contesto meno poliziesco ed un po’ più romantico.

Una sequenza incredibile di coincidenze riportano la ancor bella cinquantenne Nathalie, hostess dell’Air France, sui luoghi ove vent’anni prima, già felicemente sposata e madre di una figlia, aveva incontrato la passione della sua vita. Chi sta creando tutte queste nuove coincidenze? Il Destino o qualche sconosciuto? E poi … per quale motivo far riaffiorare questi dolci ricordi e rimpianti? Presente e Passato si incrociano e si alternano in un gioco continuo in cui l’Amore diviene centrale rispetto al plot poliziesco.

Una scelta voluta da parte di Bussì, uno sconfinamento in altri territori letterari per dimostrare probabilmente di saper andare anche oltre i propri registri. Lo scrittore, lo sappiamo, sa raccontare le storie ed è bravo a creare le situazioni, pur non sapendo però gestire bene i finali, ma questa volta l’accumulo ed il mix dei fatti narrati è eccessivo. Dopo un buon inizio il racconto stenta a decollare fino a perdersi poi del tutto, il gioco infatti si allunga troppo, diviene ripetitivo e la storia ed i personaggi mancano di solidità e di spessore psicologico. L’ispirazione sembra essere un po’ affaticata e la suspense ed i colpi di scena latitano o non sono ben calibrati. Il risultato è che dal romantico si scivola subito nel melenso e dal thriller si scade subito nell’assurdo. Un insieme di clichè si susseguono senza che scatti mai la vera scintilla. Se l’intenzione di Bussì era di scrivere un romanzo sentimentale, purtroppo per lui e, soprattutto per il malcapitato lettore, è scaduto nel sentimentalismo da “romanzetti rosa”. E’ evidente che le storie d’amore non sono nelle sue corde ed abbiamo molta nostalgia del primo Bussì poliziesco. Una lunga pausa di riflessione gli gioverebbe senz’altro.

data di pubblicazione:11/02/2020

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