DIRITTO PENALE AL CINEMA – Università “Roma Tre”

Io Capitano di Matteo Garrone è un film che consente di riflettere sull’Odissea, anche di tipo giuridico, cui vanno incontro i migranti che si mettono in viaggio per raggiungere le coste del nostro Paese.

Il 26 marzo 2024 si è tenuta la seconda lezione dell’attività formativa “Diritto penale al cinema”, di cui è titolare la Prof.ssa Antonella Massaro presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Roma Tre”.

L’incontro ha proposto una riflessione sul tema “Immigrazione e diritti umani”, a partire dal film Io Capitano di Matteo Garrone.

Io capitano racconta la storia di due cugini senegalesi, Seydou (Seydou Sarr) e Moussa (Moustapha Fall), che decidono di intraprendere il viaggio verso l’Europa non per scappare da una guerra o una carestia, ma per realizzare il loro sogno di fare musica e di “firmare gli autografi ai bianchi”. L’entusiasmo della partenza, però, si trasforma ben presto in orrore: il viaggio a piedi attraverso il deserto, le torture nelle prigioni libiche, la traversata lungo quel Mar Mediterraneo che, a seconda dei casi, può divenire dispensatore di vita o di morte. Il racconto è scandito dal “neorealismo magico” di Matteo Garrone, in un film che, pur replicando i tratti del road movie e del viaggio di formazione, si caratterizza per una visione originale, forse un po’ ammiccante nella prima parte, ma senato da una escalation narrativa potente e coinvolgente.

Nella discussione è intervenuto, in collegamento da Caserta, Mamadou Kouassi, uno dei protagonisti delle storie vere cui Matteo Garrone ha attinto per il suo film. Ha raccontato del suo viaggio, delle torture, dei compagni che non hanno retto il peso di quelle sofferenze, dell’approdo sulla coste italiane dopo il provvidenziale intervento della Guardia Costiera. Mamadou Kouassi, che ora lavora come mediatore culturale, ha però richiamato l’attenzione anche sulle difficoltà cui si va incontro anche dopo aver raggiunto le coste europee: la condizione di irregolarità cui i migranti sono spesso costretti, del resto, incide in maniera negativa tanto sulle condizioni di vita degli stessi quanto sulla gestione della sicurezza del Paese che li ospita. Il film di Garrone, ha precisato Mamadou, ha avuto l’inestimabile merito di veicolare una presa di consapevolezza a livello mondiale. Anche la corsa agli Oscar, sebbene Io Capitano non sia riuscito ad aggiudicarsi la statuetta per il miglior film internazionale, ha contribuito a rendere “visibile” un dramma che, troppo spesso, resta avvolto nel silenzio.

Il Dottor Carlo Caprioglio, titolare, presso l’Università “Roma Tre”, della Clinica legale che si occupa di immigrazione e cittadinanza, ha illustrato le ragioni su cui si fondano alcuni procedimenti penali, attualmente in corso in Italia, per fatti pressoché integralmente sovrapponibili a quelli raccontati dal film. La Clinica legale, infatti, sta seguendo proprio il caso di alcuni migranti imputati per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare  (art. 12 d.lgs. n. 286 del 1998) per aver guidato l’imbarcazione che li ha condotti in Italia.

Si tratta a questo punto di capire se e come il diritto riuscirà ad assicurare una soluzione “di giustizia”.

data di pubblicazione: 27/03/2024

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