DESTINAZIONE NON UMANA scritto e diretto da Valentina Esposito

con Fabio Albanese, Alessandro Bernardini, Luca Carrieri, Matteo Cateni, Chiara Cavalieri, Christian Cavorso, Sara Cavorso, Viola Centi, Massimiliano De Rossi, Massimo Di Stefano, Michele Fantilli, Marcello Fonte, Gabriella Indolfi, Giulio Maroncelli, Piero Piccinin, Giancarlo Porcacchia, Fabio Rizzuto

(Teatro India – Roma, 23/28 aprile 2024)

Il Teatro di Roma ripropone uno spettacolo di grande successo, Destinazione non umana della compagnia stabile Fort Apache Cinema Teatro composta da attori ed ex detenuti, tutti professionisti del palcoscenico. In scena i relitti di sette cavalli da corsa ormai vecchi in attesa di una destinazione definitiva. (foto di Jo Fenz)

  

Erano partiti in sette, ma sono arrivati in cinque al traguardo della vita. Uno si è perso, rivoltoso e indomabile, che nessuna briglia poteva tenere fermo. Un altro è esploso in mille baluginanti pezzi cercando la gloria nella corsa. Bello ma fragile, lo avevano chiamato Cristallo. Chi è rimasto ora è riversato tra i propri escrementi nell’abbeveratoio su cui è inciso il numero di pettorina con cui correva. Una bara senza coperchio a un passo dalla morte, in attesa di essere appeso al gancio dell’ammazzatora per diventare carne da macello o di essere venduto a un circo.

Vecchi e malati, i cavalli da corsa protagonisti del racconto di Valentina Esposito, fondatrice, regista e drammaturga della compagnia Fort Apache che coinvolge attori professionisti e attori ex detenuti o detenuti in misura alternativa che hanno intrapreso un percorso di professionalizzazione e inserimento nel sistema dello spettacolo, non sono né vivi né morti. Sospesi in un limbo sono privati della libertà di poter compiere qualsiasi scelta. Ricordano il passato, glorioso certamente, ma manipolato per il divertimento di qualcun altro. Il materiale su cui riflettere è denso, come densa è la scrittura scenica. La vita e la testimonianza degli attori impegnati sul palco si riversa insieme alla provenienza linguistica e dialettale nella struttura drammaturgica, cucita addosso a loro in maniera eccellente. Il teatro infondo è l’arte di saper trasformare la materia umana in discorso universale.

Il meccanismo narrativo a ritroso ce li mostra adesso da giovani. Spavaldi e inconsapevoli sono già schiavi di un sistema sociale che li sfrutta e li avvelena con sostanze dopanti perché corrano più veloci senza sentire fatica e dolore. Finché riescono a portare risultati tutto va bene, ma quando una zampa si rompe finiscono con morso e briglie ad aspettare la morte. Non va meglio alle femmine, incatenate anche loro in questa terribile favola, il cui unico scopo è quello di mettere al mondo i puledri per la corsa.

La storia personale incisa nel corpo degli attori parla attraverso la tensione dei muscoli, la vocalità rabbiosa, per mezzo del fuoco che si accende negli occhi. Al cuore dello spettatore arriva tutta la forza della passione e dell’impegno di questi artisti per i quali il professionismo è ormai un traguardo acquisito dopo anni di lavoro sulle scene e sul set. Aspettiamo di vedere i nuovi tasselli dell’attività che Valentina Esposito e Fort Apache portano avanti con successo da due lustri.

data di pubblicazione:26/04/2024


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