CHE COSA CHIEDERE ALLA STORIA di Marc Bloch – Castelvecchi editore, ultima ristampa 2020

Pensatore a cavallo delle due guerre. Storico, cattedratico, guerriero, ucciso dai tedeschi poco prima della fine del secondo conflitto mondiale, Bloch ha riscritto il concetto di storia, cancellando il nozionismo di date, etichette, luoghi comuni per assemblare il gusto della scoperta in un contesto multiforme fatto di scienza, di vita dell’uomo, secondo una concezione di sinistra anche se il borghese che era in lui riassumeva e viveva le contraddizioni dell’uomo d’ordine. Il breve saggio di cui si parla risale al 1937, a una conferenza epocale letta 25 giorni dopo essere stato nominato professore nella prestigiosa Sorbona. C’è tutto Bloch, il suo empirismo, la sua ecletticità che si riassume in una formula che è un programma di studio ed un metodo: “toutes choses égales d’ailleurs”. Una storia orizzontale non scritta dai vinti e dai ricchi. Si chiede ad esempio se non sia importante risalire all’origine dell’inserimento della marmellata nel menù dei francesi. Ebreo ma fieramente transalpino. Allievo di Pirenne, studioso di fatti apparentemente minori ma assolutamente utili per capire un mondo. La mentalità come chiave di volta per capire un mondo: il Rinascimento, il Medioevo. L’inutilità di una guerra in cui non credeva ma in cui si trova coinvolto mostrando abilità di comando pratiche che alla fine gli costeranno la vita perché i nazisti lo definiranno “un ebreo capo dei terroristi” deformando l’immagine di uno studioso ormai anziano, calvo, grassoccio, ma fieramente orgoglioso della propria identità se non della propria religione che per sua esplicita definizione mai praticò. Lo studio della storia come esperienza non pregiudiziale e non ideologica. Lo storico mette sul piatto dei fatti che poi toccherà ad altri specialisti giudicare a valutare. In un’ottica precisa: soltanto lo studio del passato offre il necessario senso del cambiamento. Bloch ha aperto un mondo nuovo alla generazione di storici che gli sono succeduti anche grazie all’esperienza della prestigiosa rivista da lui fondata Les annales d’historie économique et sociale.

data di pubblicazione:15/03/2020

 

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