CARO EVAN HANSEN di Stephen Chbossky, 2021

Evan Hansen, non è un ragazzo come tutti gli altri: è affetto da disturbo di ansia sociale e ha difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei. Ogni mattina scrive lettere a sé stesso come terapia suggerita dal suo psicologo. Un giorno, Connor, altro studente fuori di capoccia, appena conosciuto da Evan, gli ruba una lettera, che fa pensare ad una amicizia profonda tra i due. Connor si toglie la vita e questo innescherà una serie di equivoci che metterà Evan in rapporto con i genitori del ragazzo scomparso e con la di lui dolce sorellina. La bugia che dà origine a tutto non sarà, però, senza conseguenze…

 

Caro Evan Hansen è basato sull’omonimo musical di Broadway del 2015 che ha vinto ben sei Tony Awards, il massimo riconoscimento per le commedie musicali. Nell’adattamento cinematografico i produttori (uno dei quali padre di Ben Platt) hanno confermato come attori solo due dei talentuosi protagonisti, ovviamente, Ben Platt (Evan) e Colton Ryan (Connor), decisamente dei predestinati al successo: entrambi capaci di caratterizzare al meglio due personaggi complessi, due ragazzi che sanno recitare, cantare con voci emozionanti e ballare come acrobati. Del resto, il cinema di Stephen Chbosky non è nuovo alla narrazione di adolescenti problematici ed emotivi. Molti ricorderanno Charlie, il protagonista di Noi Siamo Infinito (2011), ottimo, riuscito progetto del quarantunenne regista di Pittsburgh, già autore del romanzo Il Ragazzo da Parete, da cui aveva tratto il film. Meriti non da poco vanno riconosciuti al co-autore della sceneggiatura, Steven Levenson, già librettista della versione andata in scena a Broadway , ai   musicisti Pasek & Paul, cui si deve la splendida (a volte necessariamente ripetitiva ) colonna sonora e la maggior parte delle canzoni ben interpretate e rese da tutti gli attori – incluse Julianne Moore (la mamma di Evan) e Amy Adams (la mamma di Connor). Riconosciuti i “credits”, aggiungo solo che la pellicola pur rientrando nel nutrito alveo letterario e cinematografico dei “giovani eroi perdenti” (da Gioventù Bruciata a Giovane Holden, da Tom Sawyer a Martin Eden a vostra scelta…) ha una sua ragion d’essere. Il regista, infatti, supera quello che poteva tradursi nella rivisitazione dell’’ennesimo dramma giovanile di un ragazzo straordinariamente sensibile e quindi escluso dai “fichi” della scuola, e sceglie un differente metro per realizzare un film che attingendo al musical (e non il contrario) incuriosisce, commuove e rende lievi anche momenti oggettivamente drammatici, grazie agli inserti musicali cantati che non tolgono ritmo e ,senza mai annoiare , aggiungono sapore ad un progetto nel complesso nuovo. Film che sarebbe giusto far vedere alle giovani generazioni incapsulate in cellulari e tic toc di varia natura, ma che può essere goduto anche da adulti non inclini al cinismo.

data di pubblicazione:17/10/2021








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