BIAGIO di Pasquale Scimeca

Di : T. Pica

26 Ott 2014 | Accredito Cinema, Festival

(Festival Internazionale del Film di Roma 2014 – Cinema d’Oggi)

 

Tra la purezza dei boschi e delle montagne che si espandono appena fuggiti da Palermo ha inizio la storia di Biagio di Pasquale Scimeca. Il film ci regala una buona interpretazione di Marcello Mazzarella che, dopo ruoli di secondo e terzo piano – da ultimo al Festival di Roma 2013 con il film “Come il vento” -, approda al grande schermo con il ruolo di Biagio. La storia, senza alcun preambolo o flash back sulla vita dissoluta e fastosa (o presunta tale) che solitamente precede ogni redenzione intimista o conversione mistica che si rispetti, è la trasposizione della parabola di San Francesco in uno scorcio di Sicilia negli anni Novanta. Biagio, primogenito di un imprenditore di Palermo decide di lasciare tutto, la fidanzata, gli amici, gli ipercalorici pranzi domenicali e i soldi, per divenire parte stessa della natura. Solo nel fisico e quotidiano contatto con la terra brulla, con gli alberi, con la pioggia e il vento, con le montagne e il silenzio, Biagio si sente veramente sereno e felice. Ora ha tutto quello di cui ha veramente bisogno: la serenità mai provata prima, il disinteressato calore umano del cane Libero, fedele compagno di viaggio – coprotagonista presente anche alla proiezione in Sala Sinopoli – e uno scopo, ovvero trovare Dio. Da questa consapevolezza ha inizio l’ascesa di Biagio verso l’Umbria. Una volta provata la gioia immensa dell’incontro con Dio all’interno della Basilica di Assisi, Biagio ha un nuovo scopo, una missione che lo porta a ridiscendere verso gli “inferi” della terra sicula per dedicarsi senza alcuna remora all’assistenza dei senza tetto e di tutti gli emarginati. Versione semplice ed essenziale di un moderno San Francesco dalle sfumature rock grazie al “BobDyliano” inno alla gioia composto da Marco Biscarini per descrivere la potenza e la beatitudine avvertite da Biagio nel suo incontro con Dio all’interno della Basilica di San Francesco da Assisi. Buona la regia e la fotografia, ma il film non tocca le corde giuste e non regala quella catarsi interiore che da un film incentrato sul moto dell’anima e la spiritualità forse ci si aspetterebbe.

data di pubblicazione 26/10/2014







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