AMADEUS di Peter Shaffer, regia Andrei Konchalovsky

20 Nov 2019 | Accredito Teatro

(Teatro Quirino Vittorio Gassman – Roma,19 novembre/1 dicembre 2019 )

Antonio Salieri, compositore e maestro di cappella presso la casa imperiale asburgica di Vienna, gode di grande fama quale autore di musica sacra e operistica. Un bel giorno incontrerà il giovane Wolfgang Amadeus Mozart e rimarrà disorientato dalle perfezione stilistica delle sue partiture. La rivalità nei confronti dell’intruso a corte, sia pur ben celata, rovinerà per sempre le sue convinzioni religiose e da quel momento inizierà per lui un lento declino interiore che lo porterà alla totale autodistruzione.

 

 

Amadeus ritorna a teatro, per il quale originariamente era stato ideato da Peter Shaffer, drammaturgo e sceneggiatore inglese che nel 1979 aveva scritto questa pièce teatrale ispirandosi al testo Mozart e Salieri di Puškin. L’opera riscosse subito un grande consenso da parte del pubblico ma il suo successo a livello mondiale avvenne nel 1984 con l’omonimo film di Miloš Forman che vinse allora numerosi importanti premi tra i quali ben 8 Oscar.

La regia di questa nuova edizione, presentata in prima assoluta al Teatro Quirino, porta la firma del grande Andrei Konchalovsky, regista e produttore cinematografico russo che abbiamo avuto modo recentemente di apprezzare con il film Il Peccato, presentato a chiusura dell’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma e prossimamente distribuito nelle sale. La scena, continuamente in movimento con rapidi cambi da parte degli stessi interpreti, si presenta subito molto sobria sia pur rispettando i canoni classici del tempo, che prevedevano costumi raffinati e parrucche incipriate. I due ruoli principali, Salieri e Mozart, sono interpretati rispettivamente da Geppy e Lorenzo Gleijeses, padre e figlio nella vita reale, ma che sulla scena riescono a fronteggiarsi perfettamente rivelando l’essenza delle due contrapposte personalità. Alla figura pacata e riflessiva di Salieri, attraverso una recitazione dove ogni parola sembra essere scandita quasi a volerla fissare a futura memoria, fa da contrappunto il tratto sgangherato, a volte burlesco se non addirittura irriverente, del giovane e talentuoso Wolfgang.

Salieri riscuoteva grande successo a corte e le sue opere erano rappresentate nei più importanti teatri di Vienna; purtuttavia il suo nome rimarrà legato alla presunta rivalità nei confronti del grande compositore salisburghese, rivalità che aveva alimentato alcune voci, prive di qualsiasi fondamento storico, di averne persino causato la morte.

Merito, in parte della regia e in parte dell’interpretazione degli attori, è quello di farci quasi affezionare alla figura del vecchio maestro italiano. verso di lui ci si rivolge con tenerezza, quasi a volerne comprendere lo stato d’animo di un uomo tradito da un Dio ingiusto che non aveva mantenuto la promessa di fornirgli il giusto talento musicale a fronte della sua totale abnegazione. Mentre Mozart morirà in povertà, abbandonato persino dalla moglie, Salieri continuerà a riscuotere celebrità durante la sua lunga carriera ma ciò non gli restituirà la serenità di un tempo per essersi lui stesso reso conto della propria mediocrità.

Molto curati sono sia la scenografia di Roberto Crea che i costumi d’epoca di Luigi Perego, a cui vanno aggiunti un sottofondo di arie e concerti mozartiani, appena percepibili, che creano una magica atmosfera.

Amadeus è una produzione Gitiesse Artisti Riuniti in coproduzione con Teatro Nazionale della Toscana e con il contributo della Regione Lazio.

data di pubblicazione:20/11/2019


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