AL DI LA’ DELL’ OMBRA di Giuseppe Gimmi, 2023

Un uomo si aggira tra la natura incontaminata. Avanza a fatica appoggiandosi ad un bastone perché è cieco, termine questo politicamente non corretto. Ma perché usare l’espressione non vedente quando lui riesce a percepire cose che gli altri non vedono pur avendo la vista?

 

Giuseppe Gimmi, pugliese doc, in un corto di pochissimi minuti riesce a realizzare una summa che concentra le impressioni più profonde del suo essere, giovanissimo ma già esperto nell’arte della cinematografia. Il pastore che vediamo sulla scena si sofferma ad annusare gli odori della natura selvaggia e a percepirne i colori partendo dallo zero assoluto, vale a dire il buio della sua cecità. Anche lo spettatore non può che immedesimarsi in lui e tentare di percepire le sue sensazioni in un frastuono discreto dato dal canto degli uccelli. Ecco che la natura si fa sentire e manda i suoi messaggi, i suoi appelli disperati. Gimmi ha il merito di raccontare in pochi frammenti di tempo tutto quello che si può dire in una vita. La musica che accompagna fa da contrappunto al verso del creato, una natura che chiede rispetto per salvaguardare la propria stessa esistenza. In quest’opera il regista sperimenta se stesso e si pone di fronte a ciò che sarà da venire in un abbraccio universale al mondo e al suo significato. Ottime quindi le basi per questo lavoro serio, ben strutturato e a basso budget presentato ufficialmente a Bari, dove Gimmi opera in un contesto più che ricettivo.

data di pubblicazione:17/11/2023

Sabato 13 aprile 2024, presso il Teatro Patologico di Roma, la giuria, composta interamente da disabili fisici e mentali, ha assegnato il premio per la miglior regia a Giuseppe Gimmi per Al di là dell’Ombra. A questo quindicesimo Festival Internazionale del Cinema Patologico era presente Leonardo Pieraccioni che ha voluto dedicare un sentito pensiero a Francesco Nuti, scomparso nel giugno dello scorso anno.

1 commento

  1. Grazie per queste parole forti che vanno oltre. Creare un mondo parallelo alla disabilità mi ha dato la forza di soffermarmi sulla normalità della vita, e vivere questa normalità.

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