ORIENT di Christopher Bollen – Bollati Boringhieri, 2018

Inizio citando le parole dell’autore pubblicate da Il Libraio nell’intervista apparsa in occasione del lancio del titolo: “Quando ho iniziato, avevo l’idea di chi dovesse essere l’assassino. Ma nel corso della scrittura mi sono concesso la possibilità di cambiare, se avessi trovato una migliore idea in futuro, cioè ho lasciato che la trama evolvesse e mutasse durante la stesura”.

A mio parere sicuramente troppe le 720 pagine che soprattutto all’inizio, per le dovute digressioni ed espansioni necessarie per creare l’humus in cui sboccerà la storia, creano lentezza e conseguente distrazione nel lettore. Lo scenario claustrofobico è abbastanza classico: ultima cittadina della penisola a cui si accede da un’unica strada, un gruppo di persone apparentemente coeso ma pieno di piccoli rancori, un cumulo di menzogne che ognuno di loro lotta per tenere nascoste, il sospetto che, ad arte, viene posto a rotazione sulle spalle di quasi tutti gli attori, insomma un giallo in piena regola senza un guizzo, senza un’idea folgorante, con una trama un poco tirata per i capelli…

Per i primi due terzi del libro ho avuto qualche difficoltà a capire chi potesse essere l’assassino proprio per il balletto dei sospetti di cui dicevo in precedenza, ma sono rimasta abbastanza delusa quando ho avuto la certezza di chi fosse l’assassino perché troppo scontato, dagli indizi alle motivazioni…

Due gli aspetti che ho assolutamente apprezzato: l’escamotage attraverso cui il narratore della vicenda, capro espiatorio designato, riuscirà a vivere il resto dei suoi giorni in piena libertà; il suo incipit è sicuramente geniale “Ho imparato troppo tardi la lezione della vita nei luoghi migliori d’America: occorrono azioni grette, diffidenti, spietate per vivere un’esistenza ordinaria” e la rappresentazione della collettività di Orient che, dal punto di vista sociologico, è un microcosmo veramente notevole!

Il romanzo si svolge a Long Island, nella cittadina di Orient, penisola del North Folk, parallela alla più famosa South Folk con le famose spiagge degli Hampton. In questo paradiso di pescatori e natura più o meno selvaggia arriva Mills Chevern, ex tossico dipendente, ex bambino abbandonato, giovane vagabondo, ospite “alla pari” di Paul Benchley, autoctono trasferitosi a New York per la sua carriera di architetto, che rientra nella casa avita dopo la morte della madre.

Orient è l’ultima cittadina sulla punta estrema del North Fork e la comunità che ci vive è naturalmente chiusa e mal fidata soprattutto verso un giovane con il passato di Mills: tutti lo guardano con estrema diffidenza che si trasforma in palese sospetto quando, in concomitanza con il suo arrivo, iniziano ad accadere una serie di strani episodi di violenza, più o meno accidentali, che nessuno dei locali si sarebbe mai neanche immaginato potessero avvenire nella loro tranquillissima oasi di pace.

A indagare, su quelli che si appurerà non saranno semplici incidenti ma omicidi pianificati non sarà solo la polizia locale ma anche il colpevole per antonomasia, Mills, nel tentativo di dimostrare la propria estraneità ai fatti, che sarà affiancato da quella che probabilmente sarà la sua unica amica a Orient, Beth Shepherd, ex pittrice e moglie di un famoso artista, tornata nella casa di famiglia dopo molti anni passati a New York nel tentativo di intraprendere una nuova vita al fianco del marito.

Alla fine direi che si può leggere, non si deve, ma si può.

data di pubblicazione:12/02/2018

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