METAMORFOSI di Ovidio, adattamento e regia Roberto Latini

23 Mag 2016 | Accredito Teatro

(Teatro Vascello – Roma, 18/22 Maggio 2016)

“Ho scelto di lavorare su Metamorfosi di Ovidio per l’evidente impossibilità a farlo”. Su questo assunto si sviluppa l’adattamento e la regia che Roberto Latini fa di quel “materiale vasto, ricco e traboccante, dal sapore del non finito, del non finibile” che le Metamorfosi di Ovidio rappresentano. Come detto nel breve scambio di parole avuto con l’artista dopo la rappresentazione, la Metamorfosi del testo di partenza diventa essa stessa forma, in mutamento (“come aveva detto di farlo, Roberto?”), in uno spettacolo che nei primi due giorni si presenta, per singolo episodio, ad uno spettatore per volta e poi, nelle sere successive, si declina in undici episodi, raccolti in tre tempi. La metamorfosi che attraversa gli episodi e gli attori che, di volta in volta, tra gli altri, sono Ecuba, Narciso, gli Argonauti, Teseo, il Minotauro e soprattutto lo splendido Orfeo, non interessa invece i costumi e il trucco: una teoria di clown, dalle improbabili pance finte e parrucche, dalle lunghe e colorate scarpe e, soprattutto, con un finto naso rosso che diventa propaggine dell’alluce, anello, gioco di scambio con il pubblico nelle incursioni in sala che gli attori fanno, a mo’ di tendina cinematografica, tra un episodio e l’altro.  Latini conferma la sua scelta di un teatro “della relazione possibile e non della convenzione stabilita”, come aveva affermato a proposito del suo Ubu Roi, e qui, nelle note di regia dello spettacolo, parla infatti di “attrazione”, quale punto di partenza, e non di “astrazione”. La stessa attrazione che il pubblico fedele a Latini sente per il suo teatro, mai convenzionale ma neanche convenzionalmente off, un teatro che attiva cuore e cervello, che scardina, costringe a sentire e a pensare e  in cui, tuttavia, c’è sempre un ritorno a casa reso da quei segni ormai distintivi e imprescindibili della messinscena di Latini, il microfono, fedele amplificatore della sua voce possente, la corsa con cui il regista circoscrive i suoi attori e la sua scelta di regia, il corpo, i corpi,  i corpi nuovi in cui sono mutate le forme, in questo e in tutti gli spettacoli che mette in scena. E poi c’è Orfeo, ad accompagnarci nel viaggio poetico della vita e nell’Ade:“Non bagnatevi nel buio e nel sangue. È facile. Noi crediamo ancora nell’amore. Siamo ancora capaci di provare pietà”. Gli spettatori de le Metamorfosi hanno deciso di seguire Orfeo/ Roberto Latini ogni volta che salirà su un palco, per bagnarsi di teatro, d’arte, di bellezza e di emozioni pure e intellettive.

data di pubblicazione:22/05/2016


Il nostro voto:

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ricerca per Autore:



Share This