MAGIC IN THE MOONLIGHT di Woody Allen, 2014

L’eterno dilemma tra ragione e sentimento è Il condimento del film servito in sala da Woody Allen, che, come tutti i grandi chef, rimescola i suoi ingredienti preferiti: dialoghi serrati spruzzati di ironia conclamata, personaggi quasi caricaturali nel loro farsi icone delle posizioni contrapposte, attori in splendida forma che sarebbe un piacere ascoltare e guardare anche se stessero recitando la lista della spesa, ambientazione d’epoca con gustosi paesaggi e costumi d’epoca curati fino nel particolare più minuzioso, cornucopia di citazioni colte e raffinate destinate a lasciare al buio la stragrande maggioranza degli spettatori ma offrendo loro l’ancora di salvezza dell’identificazione con l’altrettanto inconsapevole protagonista. E la magia a cui cedere e credere non è solo quella dell’amore (e non ci vuole molto ad innamorarsi di un uomo come Colin Firth! ndr) ma quella del cinema di un autore che, con tutti gli ingredienti menzionati, ci incanta lasciandoci imbambolati a sorridere per tutto il film. E il retrogusto della riflessione arriva solo il giorno dopo, quando in bocca si sente un sapore un po’ qualunquista e maschilista nel rappresentare vincente, in amore, una donna che sia più giovane, furbetta, ignorante e forse per questo più spensierata di quella che si aveva già accanto. Da vedere, rigorosamente, in lingua originale.

 data di pubblicazione 5/12/2014


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