LA SCUOLA di Domenico Starnone, regia di Daniele Lucchetti

31 Mar 2016 | Accredito Teatro

(Teatro Quirino – Roma, 29 Marzo/10 Aprile 2016)

Sul palcoscenico del Teatro Quirino un intreccio di tubi innocenti avvolge le pareti della palestra di un liceo situato nella periferia romana: un equilibrio precario, come quello che lega i professori del IV D che si apprestano a prender parte al consiglio di classe per lo scrutinio finale.

Sette sono i docenti — compreso il Preside — che decideranno le sorti degli alunni, ognuno dei quali rappresenta un’anima diversa della scuola (e anche del nostro paese).

Il Preside (un ottimo Roberto Citran) è un illetterato — presumibilmente ricopre la carica più per meriti altrui che propri — ma ha un forte senso del dovere. Quello che manca, invece, al professore di francese Mortillaro (interpretato da uno strepitoso Roberto Nobile, che regala al pubblico una performance esilarante), il quale indossa un completo bianco che contrasta con il suo animo nero come la pece e la sua mentalità misoneista e retriva (tant’è che esclamerà: “c’è chi è nato per zappare e chi per studiare”). Nero è anche l’abito talare del maleodorante prete, nonché insegnante di religione, Mattozzi (impeccabile Vittorio Ciorcalo), il cui olezzo sgradevole — oltre a divertire il pubblico nel vedere le reazioni dei professori che gli si avvicinano — sa di vetusto e antico, come i precetti che segue. Schemi in cui è ingabbiata anche la prof.ssa di storia dell’arte Alinovi (un’attenta Maria Laura Rondanini), insegnante scrupolosa e pedante, più adatta a lavorare per i servizi segreti (visto l’ingegnoso meccanismo messo a punto per ricordarsi i nomi dei numerosi alunni delle sue classi) che a insegnare. Inadatto all’insegnamento è altresì l’azzimato professore d’impiantistica, l’ing. Cirrotta (un disinvolto Antonio Petrocelli), dedito più al commercio dei termosifoni, e ad ammiccare alle donne, che a istruire. In particolare, la sua concupiscenza avvampa non appena incontra la prof.ssa di ragioneria Baccalauro (un’intensa Marina Massironi) — soprannominata ironicamente dai colleghi Bachalau (come il tipico piatto della tradizione portoghese) —, nevrotica ma talmente appassionata del proprio lavoro da avere a cuore la preparazione dei suoi studenti. Ma il suo cuore batte anche per l’idealista e visionario professore di lettere Cozzolino (l’intramontabile Silvio Orlando: capace di un’immedesimazione nel personaggio eccezionale — quasi si dimentica che in realtà è un attore) con il quale porta avanti una liaison clandestina; Cozzolino che rappresenta il professore più solidale con gli alunni, e che cercherà con la poesia di svegliare i colleghi dal sonno della ragione.

Il culmine della discussione tra queste diverse anime è raggiunto nel momento in cui si dovrà decidere se promuovere o meno l’alunno Cardini (la cui presenza è costante durante lo spettacolo, ancorché non sia impersonato da nessun attore). Il liceale — così come descritto dai professori — è il ritratto dell’indolenza e, al contempo, simbolo del fallimento della scuola che non riesce ad aiutarlo nel suo percorso formativo. La sua unica dote è l’imitazione della mosca: si aggira tra i banchi fingendo di volare e chiedendo ai suoi compagni di salvare l’insetto, perché sente dentro di sé Cardini. La metamorfosi non è altro che una metafora del rifiuto verso se stessi, nei confronti di quella parte negativa; e l’uccisione catartica gli permetterebbe di esprimere le sue potenzialità. E allora anche le impalcature che circondano la palestra diventano una gabbia per lo studente, cui sono tarpate le ali della creatività. Ma Cardini non è l’unico a sentirsi prigioniero; anche i professori sopprimono le loro aspirazioni, i desideri cui anelano: come il Preside che, da presunto inetto, mosso da afflato poetico si rivelerà capace di scrivere una poesia commovente nella sua semplicità.

Le riflessioni morali, cui ineludibilmente conduce lo spettacolo, sono affrontate con una leggerezza comica che rendono la piece gustosa — soprattutto grazie alle battute salaci che guarniscono i dialoghi tra i personaggi. La scenografia si attaglia perfettamente al testo teatrale, mercé una ben congegnata articolazione dello spazio scenico da parte di Giancarlo Basili. I costumi, scelti da Maria Rita Barbera, si adattano a ogni personaggio, esaltandone le caratteristiche. Il tutto è magistralmente orchestrato da Daniele Lucchetti, capace di dettare efficacemente i tempi scenici, in guisa da ottenere uno spettacolo armonioso e spiritoso.

data di pubblicazione: 31/03/2016


Il nostro voto:

1 commento

  1. Ero in dubbio se vederlo, ma dopo aver letto la recensione ho deciso di comprare il biglietto. D’altro canto, Silvio Orlando non lo si può perdere!!!

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