IL RACCONTO DELL’ANCELLA di Margaret Atwood – Ponte alle Grazie, 2017

Assurto alla notorietà per essere la serie TV The Handmaid’s Tale che ha sbancato gli Emmy Awards 2017, conquistandone addirittura otto come migliore serie drammatica, migliore attrice drammatica con Elisabeth Moss, migliore attrice non protagonista con Ann Dowd, migliore sceneggiatura, migliore regìa, migliore attrice “guest star” con Alexis Biedel, migliore scenografia e fotografia, ne ho letto il libro a giugno, fresco di stampa, e l’ho amato immediatamente.

È un racconto di utopia negativa in cui, in un prossimo futuro, le radiazioni atomiche avranno devastato la vita come la conosciamo ora: la storia si svolge nella Repubblica totalitaria di Galaad, gli “ex” Stati Uniti, in cui per la necessità di garantirsi una discendenza e una crescita demografica, vengono sfruttate le uniche donne che ancora sono in grado di procreare, le Ancelle.

In questa epoca distopica il controllo del corpo femminile, per la ricerca di un innalzamento della natalità, è totale, le libertà personali sono completamente annullate, vige una sorta di patronimia in cui nessuna della ancelle ha più una propria identità e un proprio nome, e ognuna di loro viene riconosciuta in base al Comandante di cui sono una proprietà.

La storia della vita a Galaad a noi viene raccontata dall’ancella DiFred, che ci inizia alle caste della  repubblica, al cui apice sono i Comandanti ai quali appartiene tutto il potere e che hanno, al loro fianco, le Mogli, donne con qualche piccolo diritto in più rispetto alle altre donne, a seguire ci sono le ancelle e poi le zie, le marte, i custodi, gli occhi, le economogli e infine, nel gradino più basso, le non-donne, ormai non più fertili e quindi completamente inutili, abbandonate a vivere nelle colonie.

Nel suo racconto DiFred alterna presente e passato e ci descrive come i primi segnali del cambiamento non abbiano allarmato immediatamente la popolazione, narra del suo tentativo di fuga verso il Canada ancora libero insieme al marito e alla figlioletta, del fallimento e della cattura, e di quello che viene ritenuto ormai normale: che le donne possano uscire solo in coppia, che sia loro vietato leggere e scrivere, tanto che le insegne dei negozi sono state sostituite con delle figure… “Esiste più di un genere di libertà, diceva zia Lydia. La libertà di e la liberta da. Nei tempi dell’anarchia, c’era la libertà di. Adesso vi viene data la libertà da. Non sottovalutatelo.

Un romanzo, scioccante, sconvolgente che turba e disorienta e che va assolutamente letto!

data di pubblicazione:09/10/2017

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