IL MATRIMONIO DI MIO FRATELLO di Enrico Brizzi – Mondadori, 2015

La storia di una famiglia italiana narrata da uno dei suoi componenti, Teo, il figlio “di mezzo”, quello schiacciato tra la primogenitura del maggiore e le attenzioni riservate dai genitori alla “piccola di casa”.

Teo è in macchina, sta correndo verso casa del fratello Max che, appassionato alpinista, si è trasferito in un paesino dell’Alto Adige. Max ha bisogno di lui, è in difficoltà e Teo, anche se stanco e arrabbiato, non può fargli mancare il suo sostegno e, mentre viaggia per raggiungere il fratello, ci racconta in modo vivace e avvincente la storia della sua vita, che è anche storia dell’Italia dagli anni Settanta al nuovo millennio, con alcune scene innegabilmente comiche e con alcuni stereotipi che non possiamo non riconoscere e ricordare sorridendo.

Il racconto che ci troviamo a leggere inizia con delle immagini molto tenere dell’infanzia dei due fratelli. Max è il primogenito, fulcro della vita del piccolo Teo che lo vede come un eroe all’ombra del quale poter crescere tranquillo; il loro è un rapporto destinato a cambiare con l’avvento dell’adolescenza che trasformerà totalmente Max, allontanandolo dai suoi genitori e da Teo, che non riuscirà più a capire le sue scelte. Sarà il comportamento del fratello maggiore a influenzare quello di Teo che, consapevole di non essere il “centro” della vita dei suoi genitori, cercherà, con i suoi comportamenti e con le sue scelte, di sostituire il fratello nelle loro speranze, nel loro affetto, nella loro considerazione, tentando di diventare ciò che loro si aspettavano da Max, sperando così di poter prendere il posto di “prestigio” che la primogenitura aveva decretato per il fratello maggiore.

Max quindi lascerà la strada tracciata per lui dai suoi genitori e si dedicherà alla sua passione assoluta, l’alpinismo; una passione che lo porterà lontanissimo da casa, verso una vita faticosa, che gli farà compiere delle scelte che lo porteranno a un passo dalla morte e che stravolgeranno in modo definitivo la sua vita. Teo seguirà invece le orme paterne, le sue scelte gli permetteranno di vivere una vita più tranquilla senza doversi sovraesporre, ma anche per lui arriverà il momento di cambiare, di compiere delle scelte: “sapevo da sempre che, senza un po’ di orgoglio, un uomo finisce per essere sempre trasportato in luoghi sgradevoli”.

Una narrazione vivace, mai noiosa, a volte un po’ cinica, che descrive perfettamente le dinamiche familiari, le aspettative dei genitori deluse dai figli che si trovano “a gestire un confronto impossibile con dei genitori terribili”, i quali non riescono a capire la realtà dei proprio figli perché la loro vita è stata estremamente più facile: “…hanno cominciato a lavorare in un decennio in cui il prodotto interno lordo è cresciuto del settanta per cento. Loro, da poveri, sono diventati ricchi e noi, cresciuti più o meno nell’agio, stiamo precipitando nell’abisso…”.

Un libro che fa sorridere, riflettere, divertire, meditare; un libro assolutamente da leggere.

data di pubblicazione:13/03/2016

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