CAROL di Todd Haynes, 2016

New York, 1952, a pochi giorni dal Natale, Carol, una meravigliosa Cate Blanchett, si aggira nel reparto giocattoli di un grande magazzino sotto gli occhi rapiti di Therese Belivet (Rooney Mara) che lì lavora come commessa. I guanti dimenticati sul bancone dalla elegantissima signora, saranno la scusa per rivedersi. Therese è molto più giovane di Carol che dal suo matrimonio ha avuto, cinque anni prima, una bambina molto amata con la quale vive in una villa fuori città; una prigione dorata dove è obbligata a rispettare le convenzioni alto borghesi per poter rimanere accanto a sua figlia. Ma il matrimonio è alla fine, segnato da una precedente unione di Carol con Abby e dall’ostinazione del marito che pensa di poter “riparare” i desideri omosessuali della moglie con la psicoterapia e forzarla ad amarlo. Therese è una ragazza ancora insicura, ma non esita a seguire Carol in un viaggio attraverso gli Stati Uniti che sarà anche il loro percorso di trasformazione. La timida Therese tra le braccia di Carol scopre se stessa e la sua determinazione, e al ritorno diventerà una fotografa al “Times”. Carol proverà ancora a essere una moglie irreprensibile; ma l’amore per Therese l’ha cambiata per sempre, spingendola a rinunciare perfino alla custodia della piccola pur di vivere con lei.

Una appassionata storia d’amore, morbida, dai colori tabacco, dalle risposte appena accennate o dai silenzi, in un esercizio magistrale di equilibri tra la forza tellurica della passione e il coraggio che ci vuole per viverla.

Un film che racconta l’impossibilità di negare se stessi, la forza dei propri sentimenti, ma Todd Haynes lo fa scegliendo la strada della sottrazione, in modo da spingere anche lo spettatore a sentire l’urgenza di non sprecare nessuna occasione. Girato a basso budget e che invece mantiene l’eleganza vellutata del genere a cui si ispira, il melò di Douglas Sirk de La magnifica ossessione, o alla regia perfetta di Howard Hawks de Il grande sonno, tanto da rendere Carol un’emanazione luminosa di Lauren Bacall. La loro storia d’amore, raccontata in un lungo flashback, sarà il tempo in cui Therese cercherà dentro di sé una risposta alla richiesta di Carol che è tornata a cercarla, come se anche noi stessimo guardando dentro noi stessi, valutando il rischio di essere felici. Eleganza, e una bellezza che ha il pregio di non restare solo formale ma di essere la sostanza stessa del film, intensità che le commediole nostrane nemmeno sfiorano.

data di pubblicazione 07/01/2016


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Estratto da: INCONTRI RAVVICINATI – Todd Haynes (Festa Cinema Roma 2015) -23 Ottobre 2015

https://www.accreditati.it/incontri-ravvicinati-todd-haynes-festa-cinema-di-roma-2015

2 Commenti

  1. Una storia indubbiamente carica di potenziale, che però il film riesce solo in parte a tradurre in autentica carica esplosiva, tanto sul versante della liaison amorosa quanto su quello della sfida alle convenzioni sociali. Ma forse l’intento era proprio quello di lasciare le due protagoniste sospese in una dimensione eterea, nella quale non c’è bisogno di urlare perché ci si ascolta a meraviglia anche solo sussurrando.
    Perfetta nel ruolo Cate Blachett. Una delle poche certezze dello spettatore contemporaneo è che se sul grande schermo c’è Cate Blachett, Cate Blanchett sarà perfetta nel ruolo che le è stato assegnato.

  2. mi piace molto la seconda parte dell’articolo, ma nella prima, perché raccontare tutta la storia ?

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