(Teatro Biondo – Palermo, 8 maggio 2025)
Al Biondo di Palermo, una campagna abbonamenti lanciata in anticipo rispetto alle date consuete e incentrata su una felice combinazione di nomi autorevoli e nuove prospettive. Con una mano protesa verso i giovani, ricercati sia come fruitori sia come portatori di modernità. E un abbraccio che si estende a tutto il territorio e oltre.
“Teatro Biondo – Cultura aperta”: l’insegna s’impone come primo tratto distintivo del progetto, presentato in anteprima con soddisfazione ed entusiasmo. Una cultura, ovvero un teatro che s’intende “percorribile”. Aperto a ciascun tipo di pubblico, al territorio nella sua interezza, ai diversi generi teatrali.
Sul palco della Sala Strehler – preceduto da Gianni Puglisi, Presidente del Teatro Biondo – si svela, con la parola e con il gesto, il direttore artistico Valerio Santoro. “Uomo di teatro”, come lo definiscono ed egli stesso si definisce. Eclettico per passione.
Un corale e colorito benvenuto in perfetto gergo teatrale (assessori alla Cultura e al Turismo ed altri artisti – attori e registi locali – gli fanno compagnia in questa sede) introduce il nuovo protagonista. “Un napoletano a Palermo” (o quasi napoletano), ospite di questa “terra magnetica” e insieme labirintica, dove fermentano e proliferano la “poesia e la musica”, nel segno della speranza. Duettando idealmente con il maestro Marco Betta, sovrintendente del più noto (in campo nazionale) Teatro Massimo di Palermo, Santoro annuncia, inoltre, un singolare coniugio tra prosa e lirica. L’obiettivo: lavorare “insieme” per creare armonia, e diffonderla ovunque la sua voce possa giungere.
Dunque, un progetto ampio e ambizioso. Che si concretizza e si manifesta quasi come una visione. Una sorta di “onda culturale”, un’onda lunga, volta a raggiungere finanche le zone più marginali o periferiche della città. Uno specchio d’acqua, in altre parole, limpida o torbida, a seconda della storia. Dove ciascuno potrà vedere riflessa (da qui il titolo Storie che si riflettono) una parte di se stesso, trasferendo dal palcoscenico alla platea – e viceversa – molecole d’anima, particelle di vita.
Il cartellone, di cui vengono enumerati alla fine gli spettacoli della stagione (a cominciare da Re Chicchinella di Emma Dante, 18-26 ottobre), si presenta corposo e vario. E vanta nomi prestigiosi, da Silvio Orlando (Ciarlatani di Pablo Remón, 18-23 novembre) a Toni Servillo (Tre modi per non morire di Giuseppe Montesano, 28 gennaio-1febbraio). Da Giuliana De Sio (Il gabbiano di Anton Čechov, 4-8 febbraio) a Gabriele Lavia, regista e interprete in Lungo viaggio verso la notte (3-8 marzo).
Una menzione particolare merita La principessa di Lampedusa (data unica, 11 ottobre), diretto e interpretato da Sonia Bergamasco, una trama che si iscrive nell’ambito del “Progetto Gattopardo” che si svolgerà nell’arco di un triennio, fino al 2027.
Un invito al viaggio, dunque. In un teatro che vuole vagare, ritrovandosi, oltre le barriere del tempo e dello spazio.
data di pubblicazione:09/05/2025
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