NON È IL PUNTINI PUNTINI PUNTINI SHOW con Nino Frassica e Giovanni Veronesi

(Foto privata della locandina)

(Teatro Ambra Jovinelli – Roma, 12/19 maggio 2025)

Premetto di apprezzare Nino Frassica come uno dei più puri talenti della comicità di casa nostra. La sua presenza scenica, la sua innata simpatia, ma soprattutto la capacità di creare a volte improvvisando giochi di parole, personaggi fantasiosi, battute fulminanti riconosco che mi conquistano e così credo conquistino vasti strati di pubblico popolare ma anche colto. Non nascondo quindi la quasi totale delusione difronte allo spettacolo che ieri, 12 maggio (si replicherà il prossimo 19) è stato presentato all’Ambra Jovinelli, teatro che notoriamente mette in scena produzioni leggere di ottima fattura. Ma come sottrarsi al compito precipuo di un critico? Per definizione la funzione di un critico di cinema, teatro, musica o qualsivoglia è quello di assistere ad una performance ed offrire un commento puntuale ed obiettivo, volto a plasmare e/o influenzare, nei limiti, il successo come il fallimento, di una determinata opera.  Questo modo di interpretare il ruolo è proprio della tradizione anglo-sassone che vanta grandi e severi critici, molto temuti ma anche riconosciuti da attori, registi e musicisti. Da noi, tocca dirlo, prevale quasi sempre la logica dell’italico volemose bene, traducibile nel concetto di non parlare mai male di nessuno. Certo, vanno evitati pregiudizi e antipatie ma anche pressioni esterne di ogni tipo. Al netto di quanto sopra lo spettacolo condotto da Giovanni Veronesi e, solo in parte, da Nino Frassica (uno specchietto per le allodole vista la sua ridotta partecipazione?) è qualcosa di difficilmente consigliabile. Magari l’idea di partenza non era male, a cavallo tra il vecchio Maurizio Costanzo Show e le meravigliose zingarate della compagnia di Arbore, non a caso scopritore del bravo Frassica.  Ma il risultato si è rivelato, in verità, assai modesto. Ci sono alcuni ospiti interessanti come Margherita Bui, costretta a giudicare due imbarazzati giovani attori e brava nell’interpretare una famosa canzone di Ornella Vanoni o Rocco Papaleo, simpatico ma ripetitivo nel suo personaggio di amante sfortunato. C’è un gruppo di ottimi musicisti, Musica da Ripostiglio, ma, il resto, è una rappresentazione di personaggi minori anche un po’ tristi, quasi mai ironici, che fanno pensare ad un teatro di nani e ballerine in tono minore. Il colpo di grazia, infine, viene offerto da un surreale intervento provocato da uno spento Giovanni Veronesi che intervista un prete (pare vero) sedicente esorcista che ammorba un’attonita platea, fin troppo paziente, in una concione sul diavolo per oltre 45 minuti. Alla fine applausi frettolosi e di mera cortese simpatia, e il comune sentire di aver perso gli ideatori dello spettacolo un’occasione di far divertire e il nutrito pubblico presente tempo e denaro. Per quanto riportato, cresce nello scrivente la curiosità di leggere le critiche paludate sui giornali nazionali nei prossimi giorni.

data di pubblicazione:14/05/2025


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