Pierre (V. Lindon) è un ferroviere vedovo che cresce con affetto i suoi due figli. Il minore è studioso e responsabile, ammesso alla Sorbona sta per lasciare la provincia per Parigi. Il maggiore a 22 anni ancora non si è diplomato. Tra rassegnazione e rabbia è ancorato alle realtà locali. Appassionato di sport si avvicina a gruppi estremisti, ne assorbe le ideologie e…
Presentato a Venezia ‘24 il film delle sorelle Coulin ha visto giustamente premiato Lindon con la Coppa Volpi per l’Interpretazione Maschile. La sua sola presenza è già una garanzia di un cinema di alta qualità ed impegno. Noi e Loro affronta un soggetto delicato e di terribile attualità. Tramite il prisma di una famiglia ci racconta infatti di una crisi sociale e politica che attraversa tutta l’Europa e non solo. Gli effetti devastanti delle ideologie estremiste e razziste all’interno degli equilibri familiari e della Società in senso lato. Un’opera forte ed intelligente che fa proprio un argomento abrasivo trattandolo con efficacia e sobrietà. Un film essenziale che rappresenta con rigore i danni delle teorie che si insinuano nelle menti dei giovani. Con gli occhi di un padre accorato ma impotente assisteremo alla inarrestabile deriva di un figlio. Con lui vivremo la delusione per il tradimento dei valori familiari ancor più rilevante perché operato in un contesto sereno e di aperte vedute. Al centro di tutto è Lindon. Riempie le scene con la sua personalità, con il suo volto segnato e l’intensità con cui incarna questo genitore partecipe e protettivo.
Noi e Loro è un film di alta recitazione, sguardi, gesti, silenzi, parole. La cinepresa registra in primo piano i volti dei protagonisti per sondare le loro emozioni ed i moti del cuore. Un lavoro supportato da un’ottima e solida sceneggiatura e da dialoghi ben cesellati ed autentici. La messa in scena, le inquadrature e la fotografia contribuiscono a caratterizzare gli ambienti e le diverse situazioni con un delicato gioco di chiaroscuri e luci. Il ritmo è dinamico e la narrazione procede per ampie cesure temporali. Ogni sequenza di questo scontro padre/figlio come in una tragedia classica avvicina all’inevitabile. L’ingranaggio è palpabile e si resta incollati alla poltrona coinvolti emotivamente. Il film non esprime nessuna condanna, si limita ad esporre i personaggi nella loro umana fragilità e il succedersi dei fatti. Sarà lo spettatore a valutare in coscienza il messaggio ed il dramma di un quotidiano che potrebbe divenire di tutti. Al termine si resta in uno stato di inquietudine che fa riflettere e pensare all’amore indissolubile di questo padre.
data di pubblicazione:27/02/2025
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Il tema mi è caro, così come lo sono il cinema francese e i suoi protagonisti. E la bella recensione, puntuale ed evocativa ad un tempo, accresce la voglia di andare a vedere il film.
Grazie, Antonio.