Francia, inizi anni’80. Sulak (L. Bravo) insieme alla compagna e ad un amico, senza mai far ricorso alla violenza rapina supermercati e poi gioiellerie di ogni tipo. Suo obiettivo è rubare ai ricchi per motivi personali e politici. Si apre una serie avventurosa di furti, inseguimenti e rocambolesche fughe ed evasioni …
Anche le ciambelle francesi possono uscire senza il buco!
La Laurent è un’artista talentuosa e poliedrica. Attrice, cantante, sceneggiatrice è anche passata dietro la cinepresa ormai da qualche anno. Libre, il suo ottavo lungometraggio, è centrato sui personaggi della cronaca poliziesco-giudiziaria. Un biopic molto romanzato ispirato alle vicende di un fuorilegge noto in Francia per le sue geniali rapine, per i gesti spettacolari e per le evasioni. Tutto senza mai un atto di violenza fisica ma solo agendo con scaltrezza ed ingegnosità.
Elegante, carismatico e con un volto d’angelo Sulak è un moderno Arsenio Lupin, un Robin Hood dalle mani pulite. Per la sua cattura si è mobilitato anche il capo della Criminale. Un poliziotto all’antica rispettoso dei codici d’onore e dell’avversario. Il film della Laurent rende omaggio all’umanità, all’intelligenza strafottente del rapinatore. Ai suoi sentimenti per la Libertà, per l’Amore e per l’Amicizia.
Ma, dicevamo, la ciambella questa volta è proprio uscita senza buco!
Non ci troviamo infatti nel solito meccanismo in cui tutto è perfettamente equilibrato per ritmo e per sottigliezza di linguaggio cinematografico. La sensazione che fin dall’inizio resta addosso allo spettatore è che il film, a tratti, giri su se stesso con una tendenza a dilungarsi in frammenti insignificanti nello sviluppo creativo. La sceneggiatura è infatti debole e scontata. Il film non trova il suo giusto ritmo e perde man mano tono ed incisività. Le alchimie attoriali non funzionano bene. Alcune sequenze sono troppo insistite. Un film d’azione e tensione in cui c’è invece poca azione e la tensione non monta mai. Libre, anche se presentato alla Festa del Cinema di Roma 2024, è solo un prodotto di genere, convenzionale e privo di particolare originalità. Un normale film commerciale destinato ad offrire solo un’occasione di svago. Un prodotto nato essenzialmente per una visione non cinematografica e per un pubblico non troppo esigente. Peccato!
data di pubblicazione:15/05/2025
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