Teheran. Dopo anni di attesa Iman viene nominato giudice istruttore al Tribunale Rivoluzionario. L’incarico porterà benefici a tutta la famiglia. Dovrà però subire le indicazioni politiche e firmare condanne a morte. Scoppiano le proteste giovanili in tutto il Paese e scatta la repressione. La dura realtà entra anche nel suo nucleo familiare. Aumentano i contrasti, le paure…
Il seme del fico sacro Premio Speciale a Cannes ’24, è un ottimo film. Tra i migliori dell’anno! Un lavoro di fattura classica, altamente lirico in cui privato e pubblico si incrociano drammaticamente. Ottimo per la sua forza intrinseca, per l’intensità e l’energia narrativa che non si diluiscono nonostante la durata di quasi tre ore. Un’opera rigorosa sul processo di disumanizzazione che sospetti e violenza incombente producono sugli affetti familiari, sui singoli e sulle masse. Il film è scritto e diretto con mano ferma ed interpretato da un trio di attrici eccezionali. Stilisticamente attraversa tutti i generi per evidenziare le tante contraddizioni dell’Iran di oggi. È cronaca familiare, dipinto sociale, film politico, road movie, poliziesco, thriller, denuncia e grande poema di dolore.
Al centro di questo lento fluire narrativo c’è la famiglia del giudice, facile metafora di una parte per il tutto. Cuore pulsante sono invece tre donne, la madre che mantiene l’equilibrio domestico e le due figlie una universitaria e l’altra adolescente. Al compiacimento per la promozione del capo famiglia subentra presto la presa di coscienza dei condizionamenti che comporterà il doversi conformare alle regole volute dal Potere. Questa presa d’atto, la contemporanea esplosione delle proteste giovanili, la violenta repressione e la cruda realtà che entra in casa tramite i social media delle ragazze innescano un crescendo di tensione. La pressione aumenta fino all’implosione quando scompare la pistola di servizio del padre. Tutto precipita! Paura, sospetti, interrogatori e paranoia.
Il film, con una messa in scena degna dei migliori film d’azione americani, cambia all’improvviso dimensione, ritmo e stile. Si trasforma da studio psicologico in un thriller schizoide con un padre divenuto orco che sequestra le sue donne, le incarcera, le insegue… Un crescendo in cui il regista lancia il suo messaggio politico di speranza sull’intelligenza e le infinite risorse delle giovani iraniane.
Il seme del fico sacro è un’opera che con il suo stile, i suoi tempi, le sue immagini affascina lo spettatore, lo cattura per lasciarlo con il fiato mozzato nel superbo finale. Uno splendido lavoro d’Autore i cui echi ci risuoneranno dentro a lungo. Merita l’Oscar!
data di pubblicazione:19/02/2025
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“I SEMI DEL FICO SACRO CADONO,GERMOGLIANO SU RAMI DI ALTRI ALBERI ,MA QUANDO LE LORO RADICI RAGGIUNGONO LA TERRA, SOFFOCANO L’ALBERO OSPITE.
questa didascalia è la metafora di questo splendido film,coinvolgente, emozionante per le brutali verità che dimostra,senza mai annoiare.
I difficili equilibrio familiari si modificano man mano con la presa di consapevolezza da parte delle giovani ragazze protagoniste,in seguito ai drammi delle proteste giovanili in Iran
Davvero un grande film. Coraggioso, avvincente, scivola lentamente dal dramma familiare al thriller che tiene sospesi fino all’ultima scena. Una tensione emotiva che “carica” ogni gesto di significati etici e politici.
Da vedere assolutamente!