IL MIO GIARDINO PERSIANO di Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha, 2025

Mahin è una donna di 70 anni che vive tutta sola a Teheran. Il marito le è morto da parecchi anni e i figli sono andati via dall’Iran con l’avvento della rivoluzione islamica khomeinista. Le sue giornate sono abbastanza monotone, tra la cura della casa e il giardino antistante. Dopo una piccola cena con le amiche, improvvisamente prende coscienza che la sua vita, nonostante l’età, potrebbe avere una svolta e persino ritrovare l’amore…

Presentato in concorso all’ultima edizione della Berlinale, pur non essendo stato premiato, il film ha riscosso grande successo da parte del pubblico e della critica. Tanto per rimanere coerenti con i principi del loro Paese, le autorità proibirono ai due registi di presentare personalmente la pellicola, ritenendola oltraggiosa all’etica civile. In effetti nel film si accenna, sia pur in maniera defilata, alla mancanza di qualsiasi rispetto della dignità umana, in ogni elementare espressione. Determinante a tal proposito il breve dialogo tra la protagonista Mahin (Lili Farhadpour) e una giovane, salvata dalla donna con determinazione quando la polizia morale vuole portarla in carcere con l’accusa di non indossare correttamente l’hijab. In tale breve scambio la giovane rimpiange di non aver vissuto un solo giorno dell’epoca pre-rivoluzionaria, quando alle donne era permesso di vestire all’occidentale. Per lei non c’è speranza di vedere un futuro migliore in cui tutto ciò potrà essere nuovamente possibile. Mahin sfiderà questo sistema invitando a casa sua Faramarz (Esmaeel Mehrabi), un tassista suo coetaneo che vive tra il lavoro e la completa solitudine. Il mio giardino persiano si concentra sulla storia dei due, persone mature che si incontrano per caso e che decidono di dare una svolta esistenziale alle proprie solitarie vite. L’occhio della telecamera sembra indugiare, con assoluta discrezione, sui due protagonisti che pian piano si spogliano delle loro reticenze per lasciarsi andare. Per la prima volta, dopo tanti anni, affronteranno quelle piccole trasgressioni che li renderanno disinvolti e felici. Mahin indosserà i suoi abiti migliori per far presa sull’uomo e preparerà una torta per festeggiare quest’incontro che entrambi vogliono trasformare in vero amore. Non a caso il titolo originale è My favourite cake perché è proprio questo dolce che è l’emblema dei loro sentiment, nati e vissuti per poche ore ma destinati a non esaurirsi, nonostante le avversità del destino. Crudele più che mai…

data di pubblicazione:22/01/2025


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