Con la spedizione dei Mille, al comando di Giuseppe Garibaldi, si tenterà di rovesciare il governo borbonico per annettere la Sicilia al nascente Regno d’Italia, sotto la monarchia dei Savoia. Don Fabrizio Corbera, principe di Salina, gode ancora dei privilegi di un’aristocrazia destinata però ad essere travolta dai nuovi moti rivoluzionari. Tancredi, nipote del principe, nonostante si sia arruolato nelle truppe garibaldine, riassicura lo zio con la celebre frase: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”…
Se si vuole tentare un approccio obiettivo e sincero a questa recente edizione cinematografica del famoso romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa bisognerà dimenticare l’omonimo film diretto da Luchino Visconti. Non sarà impresa facile perché, anche se si deve tornare a ritroso di sessanta anni, nella memoria di noi tutti riappaiono le immagini patinate di interpreti quali Alain Delon, Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Rina Morelli e tanti altri ancora. Lo stesso regista inglese Tom Shankland, nel firmare questa mini serie per conto di Netflix, non ha perso l’occasione per ribadire che il suo lavoro non era uno scontato remake, quanto un approfondimento e una attualizzazione di eventi storici che a suo tempo avevano profondamente scosso la Sicilia. Le continue digressioni dal romanzo originale, sono da considerare delle licenze poetiche del tutto pertinenti e quindi accettabili nel contesto generale. Questa volta i personaggi assumono un carattere più umano, e lo stesso principe, con le sue naturali debolezze, incarna meglio la figura dello studioso, e meno quella dell’indiscusso padre padrone. Siamo già a conoscenza delle vicende storiche trattate, tra combattimenti e gli sfarzi di una nobiltà ancora non perfettamente consapevole dei cambiamenti che presto l’avrebbero travolta. Ciò nonostante si riesce a seguire con interesse le nuove vicende che si sovrappongono alle vecchie e che danno comunque una omogeneità coerente all’intera narrazione. Kim Rossi Stuart è un Gattopardo tutto sommato accettabile, istrione tanto quanto basta e più accessibile rispetto al precedente. Benedetta Porcaroli interpreta Concetta, la figlia primogenita, sulla quale sono concentrate in massima parte le scene più convincenti. Scelta poco felice invece per Tancredi Falconeri, ruolo affidato a Saul Nanni, astro nascente del cinema nostrano. Senza ricadere in odiosi paragoni, a lui manca proprio quella verve, quella spavalderia seducente e quel carattere fascinoso, concentrato in Alain Delon. Deva Cassel, figlia d’arte di una coppia super famosa, è sicuramente di una bellezza straordinaria, ma anche troppo maliziosa per rappresentare una giovane che tutto sommato aveva passato la sua vita nello sperduto paese di Donnafugata. Senza entrare nel merito degli altri personaggi, alcuni ben interpretati, e senza voler criticare le location e i costumi, super curati, questa attesa serie tv in effetti ha disatteso molto le aspettative. Un’operazione riuscita a metà e che vale comunque la pena di seguire, non foss’altro per entrare in quei palazzi sfarzosi, il cui accesso era riservato a pochi eletti.
data di pubblicazione:12/03/2025
Condivido quanto scritto nella recensione: bisogna dimenticare il film di Visconti e considerare “licenze poetiche” le continue digressioni dal romanzo.
I personaggi sono stati troppo modernizzati e i ruoli femminili (in particolare Concetta) hanno uno spazio e un’autonomia impensabili per l’epoca.
Direi quindi che l’operazione è riuscita un po’ meno della metà…però la Sicilia si fa sempre guardare e apprezzare!