HO VISTO UN RE di Giorgia Farina, 2025

locandina del film tratta da cartella stampa

Emilio è il figlio unico del Podestà di Roccasecca. Il padre lo vuole un diligente balilla devoto al regime, ma il bambino preferisce dedicarsi alla lettura di Salgari, immaginando una realtà tutta sua. Quando in paese arriva come prigioniero un Ras dall’Etiopia, divenuta colonia italiana, Emilio ne rimarrà incantato e lo identificherà con Sandokan, la Tigre della Malesia…

In un banchetto di libri usati di un mercatino rionale, un giorno la regista si trova tra le mani un libro scritto da Guido Longobardi. Lo scrittore, peraltro apprezzato giornalista, raccontava di una sua esperienza realmente vissuta da bambino, in piena epoca fascista. Da questa storia, incredibile ma vera, la poliedrica Giorgia Farina ne ricava un film, fiabesco ma di denuncia che coinvolgerà il pubblico sin da subito. La sua abilità sta proprio nel dare al film l’impostazione di una commedia leggera ma con l’intento preciso di parlare del dramma del periodo fascista. Vengono pertanto richiamati tutti gli stereotipi che lo caratterizzavano quali la xenofobia, il razzismo, l’omofobia e il rigido patriarcato. Le donne dovevano rimanere in casa e mettere al mondo tanti figli per la gloria del Duce. Questa realtà passa attraverso gli occhi di un bambino che, con la sua ribellione, trasformerà quello che era pura fantasia in una vera rivoluzione culturale. Tranne il Podestà, prigioniero della sua ottusità, in effetti i singoli personaggi troveranno la chiave per fuggire dalla propria gabbia e ritrovare la propria libertà. Un discorso politico ben preciso che la regista vuole trasmettere, un messaggio di emancipazione della donna dalla propria subordinazione. Inoltre un atto di presa di coscienza e di rispetto per la diversità in senso lato. Il film non è solo una denuncia sugli abusi perpetuati dal fascismo, ma un avvertimento su ciò che sta accadendo oggi sotto i nostri occhi. Una favola delicata che descrive l’amicizia tra il piccolo Emilio (Marco Fiore) e il nobile etiope Abraham (Gabriel Gougsa) contrastata dal padre Podestà (Edoardo Pesce). Ho visto un re è leggero ma profondo, immaginario ma reale che scorre piacevolmente anche sorvolando sui piccoli errori di regia, peccatucci veniali decisamente trascurabili. Molto azzeccata la location e la cura dei particolari di scena, per non parlare della fotografia, curata da Francesco di Giacomo. Divertente la scena finale che ritrae l’ex Podestà, ora Federale, solo a sfoggiare il suo potere nel bel mezzo del nulla del deserto africano. A fare da contrappunto il principe etiope, esempio di grande distacco dall’ignoranza generale che lo aveva sistemato come prigioniero nella voliera del pavone in giardino. Proprio da lui nascerà il cambiamento e la liberazione…

data di pubblicazione:30/04/2025


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