CANNES 78 – Vincitori e Vinti, 2025

(Foto privata locandina)

Ancora una volta, come sempre e più di sempre, dopo due settimane di gioiosa isterica follia che ha portato il Cinema al centro di sé stesso e del Mondo, la grande Kermesse e tutto ciò che le ruota attorno chiude ed il circo smonta le tende. La sua portata internazionale e la sua longevità fanno di Cannes, insieme con Venezia, uno dei Festival maggiori e più ambiti della Settima Arte a livello mondiale.

Come anticipato in sede di presentazione, quest’anno al posto dei soliti grandi nomi del Cinema è stato dato spazio ad autori in ascesa, a nomi meno noti ed a giovani emergenti. La vera significativa sfida è stata però porre al centro del Festival il tema del ruolo e del peso professionale delle donne e la necessità di una loro migliore rappresentanza e rappresentazione nel mondo del Cinema. Una giuria a maggioranza femminile e sei registe su diciannove film in concorso confermano concretamente l’attenzione della Direzione del Festival al tema e la volontà di cogliere il cambiamento, di favorirlo ed esserne cassa di risonanza.

Puntualmente si è anche ripetuta la solita storia di tutti i grandi Festival. La Critica Internazionale, alla ricerca della scoperta del capolavoro sconosciuto ha individuato candidati al Palmarès ogni volta diversi. Come sempre si sono quindi succedute ed accavallate false voci, illusioni, delusioni, film inutili, belle sorprese e contestazioni. I pronostici sono sempre scritti sull’acqua. Ma contrariamente al solito questa volta alla fine c’è stata una quasi totale sintonia fra Critica, Giuria e Pubblico. Resterà certo da vedere poi quale sarà il vero giudizio finale, quello degli spettatori al botteghino. Tutto era comunque già nell’aria. Si diceva infatti che la Giuria presieduta dalla Binoche sarebbe stata sensibile a valori e temi politico-sociali. E lo è stata! Una scelta finale da condividere e che non lascia dietro polemiche.

La Palma d’Oro è quindi andata all’iraniano Un Simple Accident del regista dissidente ed esule Jafar Panahi, già pluripremiato nel passato. Un film di grande forza espressiva ed intensità su un ex perseguitato del regime iraniano che crede di riconoscere il suo torturatore, lo rapisce e con altri ex detenuti cerca di identificarlo.

Il resto del Palmares è:

Grand Prix a: Sentimental Value del regista norvegese Joachim Trier. Il racconto delle dinamiche familiari problematiche di un padre regista con le due figlie con cui ha un difficile rapporto;

Premio della Giuria assegnato ex aequo a: Siràt di Oliver Lake e a Sound of Falling di Mascha Schilinski. Il primo è un film on the road su un rave party nel deserto marocchino e su un padre alla ricerca della figlia scomparsa, il secondo è un affresco storico di più generazioni attraverso le vicende di una casa e di quattro ragazze che l’hanno vissuta in epoche diverse;

Premio Speciale della Giuria a: Résurrection del cinese Bi Gan. Un’opera fantascientifica ambientata in un futuro post apocalittico;

Premio Migliore Regia al brasiliano Kleber Mendonça Filho per L’Agente Segreto un thriller politico ambientato nel Brasile sotto la dittatura militare degli anni 70;

Premio Migliore Attrice a: Nadia Melliti per La Petite Dernière. Storia della maturazione sentimentale e sessuale di una giovane ragazza di origini franco-algerine;

Premio Migliore Attore a: Wagner Moura per la sua interpretazione in L’Agente Segreto;

Premio Migliore Sceneggiatura a: Jeunes Mères dei soliti bravi fratelli Dardenne. Un delicato affresco sui sogni, speranze, progetti di alcune giovanissime madri ospiti di una struttura pubblica.

Palme d’oro alla Carriera a due mostri sacri: Robert de Niro e Denzel Washington.

Fra i non premiati, ma degni di attenzione, segnaliamo:

Nouvelle Vague di Linklater; Due Procuratori di Sergei Loznitsa; Dossier 137 di Dominik Moll; The Mastermind di Kelly Reuchardt; La vie privée di Rebecca Zlotowski; il buon debutto della Johansson con Eleanor the Great ed infine e soprattutto per chi lo ama ed adora The Phoenician Scheme di Wes Anderson.

E il Cinema Italiano? Purtroppo per Mario Martone, le chances sono state ben poche fin dall’inizio. Non c’è stato ancora una volta nulla da fare! Non sono stati premiati nemmeno i due film in concorso nella sezione Un Certain Regard. Forse le nostre storie non riescono ad avere quel valore universale che può colpire. I nostri film però non potranno non essere visti quando usciranno sui nostri schermi e forse potranno essere meglio apprezzati dal nostro pubblico.

Insomma, ancora una volta una grande abbuffata di film, forse troppi. Al di là dei casi individuali, la presenza di tanti prodotti di buona qualità, le prove positive di alcuni autori già conosciuti e i buoni esordi di giovani talenti emergenti confermano ancor più che il Cinema è vitale… Vive le Cinéma!

data di pubblicazione:25/05/2025

 

1 commento

  1. Grazie della bella sintesi data “in tempo reale”! Peccato che il Cinema italiano sia rimasto ancora una volta lontano dai riconoscimenti importanti…e condivido l’opinione che alle nostre storie forse manca quel “valore universale” necessario a suscitare interesse e apprezzamento.

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