da Rossano Giuppa | Ott 22, 2015
Complimenti vivissimi al giovane regista Stephen Dunn, alla sua prima opera, intensa e profonda. Grande capacità di raccontare, attraverso l’utilizzo di un linguaggio proprio, innovativo e coinvolgente. Straordinaria la colonna sonora e assolutamente contemporanea la sceneggiatura, nel giusto mezzo tra il credibile ed il surreale.
Oscar (Connor Jessup) è un adolescente serio e determinato, con una passione per gli effetti speciali ed i trucchi cinematografici. Condizionato da un’infanzia complicata tra un padre infantile e rissoso, incapace di gestire i propri affetti ed una madre fin troppo egoista che li abbandona subito, è cresciuto in compagnia di un criceto versione grillo parlante accanto ai suoi incubi, che ogni tanto riaffiorano in maniera violenta. Il presente, il sogno di andare a studiare a New York e le sperimentazioni artistiche con la sua amica del cuore si intrecciano con un passato mai superato, fatto di ricordi violenti di un bambino che non ha avuto accanto nessuno che lo proteggesse dai mostri.
La sua grande immaginazione e la sua romantica inquietudine, la sua euforia composta e la scoperta difficile della sua omosessualità, lo aiuteranno ad elaborare ed a superare demoni e paure, riposti nel suo armadio e ad intravedere il sentiero accidentato che deve percorrere per raggiungere il suo sogno.
data di pubblicazione 22/10/2015

da Rossano Giuppa | Ott 20, 2015
Un autunno velato e umido nel sud della campagna francese. Elliot (il bravissimo Alex Lawther) un quindicenne inglese con la passione per la letteratura e la poesia e sua madre Beatrice sono nella loro casa delle vacanze per imballare oggetti e ricordi. La casa fa parte del passato, il matrimonio dei genitori è giunto al termine, tutto è polveroso ed irrecuperabile. Il giovane Elliot, che ama Proust e Hugo e che desidera diventare uno scrittore, protetto dalla sua giacca militare, scopre la sua sessualità e la necessità di allontanarsi dal contesto familiare in inevitabile disfacimento. L’amicizia con Clement, bello e inquieto, i turbamenti e gli approcci difficili con lui, unitamente al progressivo cedimento della madre, lo portano sull’orlo del baratro, verso una strada senza uscita. Ma il tuffo nella diga, la discesa verso la fine, hanno il potere di scuotere Elliot e di renderlo cosciente del proprio presente. L’acqua fredda deterge e tonifica: la vita è difficile e complicata ma deve essere vissuta, dalla sofferenza si riparte.
Melanconico, delicato e fortemente british, il film celebra l’autunno e la fine di un periodo. Immagini statiche e perfette, musica delicata e struggente rendono il prodotto un po’ troppo algido e poco turbato, ma forte e chiaro circa la strada da intraprendere.
data di pubblicazione 20/10/2015

da Rossano Giuppa | Ott 18, 2015
Un weekend di follia a Milano per uno scrittore licenziato dal posto di lavoro in preda a crisi depressive ed imbottito di psicofarmaci, vittima di un amico ladro e abbandonato dalla moglie. Una serie di disavventure tra bische clandestine, deliquenti, valigette piene di soldi e fughe per la città. Pur in presenza di tanto ritmo e colore e di un gruppo di bravi attori (Alessandro Roja, Francesca Inaudi, Marina Rocco, Matilde Gioli e Stefano Fresi su tutti), il film tuttavia non decolla e non convince, soprattutto per la storia poco coinvolgente, sfilacciata e non assolutamente folle. Un pizzico di nonsense e di vera ironia avrebbe dato certamente più brio ad un prodotto che scivola via senza emozioni.
data di pubblicazione 18/10/2015

da Rossano Giuppa | Ott 17, 2015
Manhattan Lower East Side. I sei fratelli Angulo vivono in un appartamento separati dal mondo. Non escono, studiano in casa, è troppo alto il rischio di essere contaminati dai pericoli esterni. Il loro padre ha deciso così. L’uomo, seguace del culto Hare Krishna, ha potere assoluto su tutta la famiglia. Tutto ciò che per loro è vita al di là di mura e finestre domestiche, è una trasposizione intelligente di una realtà costruita attraverso la visione di oltre 5.000 film, analizzati con meticolosità ossessiva e replicati all’interno dell’appartamento, con una maniacale ricostruzione di attrezzature sceniche e costumi, realizzati con le proprie mani. La settima arte è l’unico cordone ombelicale con il mondo, una passione fatta di divertimento e professionalità sorprendenti, di straordinaria familiarità con le tecniche di recitazione, regia e scenografia.
Ad un tratto uno dei sei decide di uscire, anche se con una maschera. E’ l’inizio dell’interazione con il mondo ed è l’incontro casuale con la regista Crystal Moselle, ma anche con videocamere, google, mail. È l’illusione del cinema a salvarli e proprio la visione de Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan si muove qualcosa in Mukunda, uno dei cinque maschi, dandogli il coraggio di andare contro gli ordini paterni. La regista esordiente li avvicina a poco a poco, entrando in progressiva sintonia con il nucleo familiare attraverso il comune amore per il cinema, raccontando l’esistenza anomala degli Angulo e la loro graduale acquisizione di una misura di autonomia e autodeterminazione. I sei fratelli dai lunghi capelli neri, dopo anni di prigionia si impossessano delle strade della City, delle spiagge di Long Island, delle rive del fiume Hudson, costruendo la propria identità attraverso anche uno styling forse improbabile ma certamente geniale, un look anni ‘70 da gangster dai toni noir ‘impecable’ senza volerlo.
The Wolfpack, vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Sundance nella sezione Documentari è un film straordinariamente intelligente. I ragazzi Angulo si raccontano come personaggi da film, reinterpretano i copioni, compiendo un percorso di formazione e di sviluppo, inusuale e temporalmente compresso. E il loro percorso è filmato con rispetto dalla regista che semplicemente ed efficacemente si fa testimone della loro trasformazione in giovani uomini, brillanti, curiosi e riflessivi.
data di pubblicazione 17/10/2015

da Rossano Giuppa | Ott 16, 2015
Era l’estate del 1985. Una calda estate siciliana, una famiglia che si appresta ad organizzare una festa di compleanno per la figlia adolescente. Ma una minaccia intercettata dai Carabinieri dell’Ucciardone costringe quella famiglia, la famiglia Borsellino insieme a Giovanni Falcone ed alla sua compagna, ad una fuga improvvisa di notte e ad una reclusione forzata, sull’isola dell’Asinara, all’epoca sede del carcere di massima sicurezza. Una reclusione a cielo aperto, a poca distanza da detenuti effettivi, una condivisione forzata di spazi ed emozioni, angosce e speranze per due famiglie, un presagio velato a tre mesi dall’inizio del maxi-processo di Palermo.
Diretto da Fiorella Infascelli, autrice anche della sceneggiatura insieme a Antonio Leotti, Era d’estate, presentato il 15 ottobre 2015 in pre-apertura della Festa di Roma, ricostruisce quell’esperienza, facendo emergere lati inediti dei due protagonisti. Al centro della scena Massimo Popolizio nel ruolo di Giovanni Falcone, Beppe Fiorello in quello di Paolo Borsellino accanto a Valeria Solarino e Claudia Potenza, compagna e moglie rispettivamente di Falcone e Borsellino.
Un film semplice e lineare, malinconico e silenzioso, che prova a raccontare una frazione della vita dei due giudici, negli aspetti più intimi e personali, più pacato e ottimista Borsellino, più ironico e irruento Falcone, inquieti nell’attesa dei faldoni da analizzare, diversi ma alla fine uniti nella meticolosa preparazione del grande processo, di fronte ad un mare bellissimo ed un paesaggio essenziale. Un mare forte e protettivo in un tempo dilatato che permette ai due uomini di conoscersi meglio e di assemblare al meglio gli elementi del processo che li vedrà impegnati, preparandoli al destino inesorabile che li aspetta.

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