ALICE NELLA CITTÀ XXIII edizione

(Roma,15/26 ottobre 2025-Auditorium Parco della Musica, Auditorium della Conciliazione e Cinema Adriano)

Si svolgerà a Roma dal 15 al 26 ottobre 2025, parallelamente alla Festa del Cinema di Roma, la XXIII edizione del festival Alice nella città diretto da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli e organizzato dall’Associazione Culturale PlayTown Roma. Sarà l’horror indipendente Good Boys, opera prima di Ben Leonberg, ad aprire il festival, che vedrà anche l’atteso ritorno di Daniel Day-Lewis con l’anteprima Anemone, opera prima diretta dal figlio Ronan. Insieme saranno a Roma per presentare il film e tenere una masterclass. L’ampio programma prevede 11 film nel concorso internazionale, di cui 4 diretti da registe, 6 film fuori concorso, 6 film nel concorso Panorama Italia che concorrono al Premio del pubblico, 3 serie tv di cui 1 in coproduzione con la Festa del Cinema di Roma, 3 proiezioni speciali nel Panorama Italia, 1 in coproduzione con la Festa del Cinema di Roma, 1 proiezione speciale, 49 cortometraggi. A trent’anni dall’uscita nelle sale sarà presentato il restauro de La scuola di Daniele Luchetti, unitamente a quelli di Pianeta azzurro opera prima di Franco Piavoli e Piccoli Fuochi di Peter Del Monte.

Da sempre attenta ai temi legati alle giovani generazioni e al cinema nuovo, Alice nella città presenta un programma di anteprime assolute, esordi alla regia e significative conferme.

Gli 11 film del Concorso sono espressione vivace di territori del mondo troppo spesso dimenticati, che dell’infanzia sanno cogliere il potere della ribellione e la capacità di mettere in evidenza il buio delle relazioni con il mondo adulto e le difficoltà del vivere insieme.

Sarà presente l’opera prima di Hasan Hadi, vincitore della Caméra d’Or per il miglior debutto al Festival di Cannes 2025: The President’s cake (già candidato iracheno all’Oscar 2026 per il miglior film straniero), un film che vive nei ricordi d’infanzia del suo regista.

Gli fa eco il prezioso e toccante debutto di Akinola Davies Jr., dove la ricerca dei legami familiari si confonde con un desiderio profondo di libertà nella capitale nigeriana Lagos, scossa da tremendi disordini politici nel 1993. My father’s shadow esplora la fragile mascolinità della società del gigante d’Africa, attraverso gli occhi di un padre e dei suoi due figli.

Anche Vojtěch Strakatý (After Party) sceglie, per il suo secondo lungometraggio, un delicato studio dell’infanzia che cattura il senso di sorellanza, d’incertezza ed emancipazione che talvolta circonda l’esperienza della crescita. The other side of summer è l’altro lato dell’estate che si rivelerà misterioso, pieno di emozioni e di incognite.

C’è anche lo sguardo della pubertà, che non esclude dalla curiosità e dall’esplorazione nessun aspetto del mondo che li accoglie. Sundays il nuovo film di Alauda Ruiz de Azúa ci presenta Ainara, una ragazza diciassettenne idealista e brillante che deve decidere quale corso di laurea intraprendere. O almeno, questo è ciò che la sua famiglia spera. Tuttavia, la giovane rivela di sentirsi sempre più vicina a Dio ed è pronta ad abbracciare la vita di suora di clausura.

Amélie et la métaphisique des tubes, il primo lavoro collettivo di Liane-Cho Han e Maïlys Vallade, tratto dal romanzo della scrittrice belga Amélie Nothomb, disegna la mappa dei primissimi anni di vita di una bambina. Mettere in scena l’infanzia con un film d’animazione come questo significa raccontare i passaggi fondamentali dell’esistenza e l’immaginario poetico delle piccole e grandi scoperte quotidiane.

Una cura delle piccole cose che scava e suscita sentimenti profondi si rintraccia anche nell’opera seconda dello sceneggiatore e regista Max Walker-Silverman. Rebuilding è una storia di ripartenza e di rinascita umana.

Lo stesso spirito resiliente che segna il sorprendente Dance of the living (La lucha), opera seconda del regista spagnolo José Alayón, che porta con sé il mistero ancestrale che tiene unite le famiglie. Sull’isola arida di Fuerteventura, Miguel e sua figlia Mariana cercano di andare avanti dopo una perdita che li ha gettati entrambi alla deriva.

Uno spunto ideale su cui anche la regista Lucía Aleñar Iglesias fa affidamento per il suo debutto cinematografico. Forastera, un film sulla memoria e sugli strani echi che vivono dentro di noi. Parla dell’assenza senza eufemismi, senza inganni consolatori.

L’acquisto di un computer portatile di seconda mano, con i soldi guadagnati vendendo i capelli della propria figlia, è l’immagine intorno alla quale è stato concepito il debutto del regista iraniano Hesam Farahmand. My daugther’s hair (Raha) è un potente dramma sociale che alterna alla rassegnazione la forza d’animo di un padre che si confronta con un evento molto semplice che minaccia di frantumare la storia della loro vita.

La stessa lotta che, nell’opera prima di Siyou Tan, ci aiuta a esplorare la fragilità delle libertà individuali. Amoeba è una profonda riflessione sulle sfide adolescenziali alle costrizioni e alle convenzioni sociali.

Il già citato Anemone segna il debutto alla regia di Ronan Day-Lewis, che per il suo primo film decide di esplorare i complessi e profondi legami che esistono tra fratelli, padri e figli. Ma il valore del film non è solo la prima apparizione sullo schermo, dopo otto anni, del padre (Daniel Day-Lewis), o del cast di grandi attori (Sean Bean, Samuel Bottomley, Samantha Morton) ma sta nel talento di tenere insieme tanti fili narrativi.

 

Panorama Italia è la vetrina che punta sulla scoperta e sulla valorizzazione del cinema italiano. Sono film inediti mai usciti in sala per il grande pubblico.

In un’epoca in cui il presente è sempre più digitale, veloce, iperconnesso Daniele Barbiero firma un racconto contemporaneo sull’adolescenza, sulla pressione sociale e sulla difficoltà di scegliere chi diventare in un mondo che impone di correre senza sosta. Squali mette al centro della narrazione due amici con aspettative, sogni e paure.

Margherita Spampinato nel delicato e potente Gioia mia propone un contrappunto a questa narrazione: la lentezza, il silenzio e la memoria come parti vive del quotidiano.

Anche Bouchra film di Orian Barki e Meriem Bennani è cinema che si nutre di realtà e di memoria, ma con uno spirito che mescola generi, formati, linguaggi visivi, dando vita a un’opera che sfugge alle etichette.

Leila è un film corale immaginato da Alessandro Abba Legnazzi, Giada Vincenzi e dalla loro figlia Clementina. È un tentativo di narrare il dolore di una separazione, un vero e proprio tornado emotivo che spazza via certezze e ruoli, lasciando tutti confusi, fragili e alla ricerca di un equilibrio impossibile.

Anche nella genesi di Ultimo schiaffo c’è qualcosa di decisamente coraggioso. L’opera seconda di Matteo Oleotto ci proietta in una dimensione dalla spiccata nota noir che mescola gli ingredienti più ricchi del dramma, della commedia e persino del thriller, in un cocktail familiare spiazzante ambientato durante le vacanze di Natale in un paesino di montagna.

Massimiliano Bruno torna al cinema con 2 Cuori e 2 Capanne, un’opera che unisce l’intelligenza della commedia all’osservazione del reale. Un film che ha il coraggio di uscire dagli schemi del genere, mantenendo il tono brillante che lo contraddistingue, ma affrontando temi esistenziali con una delicatezza nuova: Alessandra (Claudia Pandolfi) e Valerio (Edoardo Leo) sono due opposti irriducibili che dovranno imparare a convivere nella stessa scuola dove si ritrovano a lavorare insieme.

data di pubblicazione:06/10/2025

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