Si sa, nel bene e nel male l’Italia non è l’America! È un’assoluta certezza soprattutto poi nel mondo del Cinema! E così mentre a Hollywood per gli Oscar un outsider come Anora può sperare e anche riuscire a battere nel rush finale i suoi concorrenti plurinominati e forse anche più meritevoli, a Roma una cosa del genere è ancora prematura ma forse si intravvedono dei cambiamenti.
Come prevedibile la partita finale per il più prestigioso dei Premi del Cinema Italiano destinato ai film usciti nel 2024, il 70° DAVID di DONATELLO si è quindi tutta concentrata fra: Berlinguer-La Grande Ambizione e Parthenope (15 candidature entrambe) e: L’Arte della Gioia e Vermiglio (14 candidature entrambe). Diciamolo subito, il grande sconfitto è stato Parthenope. L’opera personalissima di Sorrentino, nonostante il successo commerciale ottenuto sia in Italia che all’estero è rimasta senza riconoscimenti, letteralmente a mani vuote. A Berlinguer- La grande ambizione non è andata poi molto meglio ma per lo meno ha visto premiato E. Germano come miglior protagonista ed ha ottenuto un riconoscimento per il miglior montaggio.
Il vero significativo vincitore è stato Vermiglio (già Leone d’argento a Venezia 2024) di Maura Delpero che ha collezionato ben sette statuette prestigiose. Miglior Film e soprattutto il David per la regia per la prima volta assegnato ad una donna, miglior sceneggiatura originale, miglior casting ed altri tre premi tecnici. L’Arte della Gioia (3 statuette) ha invece visto premiate le sue attrici Tecla Insolia miglior protagonista e Valeria Bruni Tedeschi miglior non protagonista e la sceneggiatura non originale.
Un’edizione che si è poi mostrata ancor più attenta al contributo artistico e professionale femminile con la vera bella sorpresa: il riconoscimento ad un’altra regista donna. Il David per la miglior regia esordiente alla giovane Margherita Vicario per la sua interessante opera prima Gloria!
L’Accademia ha infine riconosciuto il David alla Carriera al regista Pupi Avati, e i David Speciali a Ornella Muti e a Timothée Chalamet e il David dello Spettatore al grande escluso dalle candidature: Diamanti di Ozpetek.
Dunque qualcosa si muove! Per il Cinema Italiano il 2024 è stato infatti un anno in cui si sono manifestati segni evidenti che qualcosa sta finalmente e concretamente cambiando e che si aprono nuovi spazi realizzativi e diversi approcci narrativi ed artistici. Un anno che ha visto affermarsi una significativa e qualificata presenza femminile. Un anno di forte ripresa del piacere di fare Cinema e soprattutto, da parte del pubblico di tornare in sala a vedere film italiani. Una conferma che il coraggio di rischiare, unito al talento, alla qualità delle storie e a nuove idee ed approcci artistici sono apprezzati e che sono premianti rispetto alla stagnazione omologante e conformista degli ultimi anni.
Quindi, una volta tanto, i membri dell’Accademia del Cinema Italiano hanno votato non più con lo sguardo nostalgico verso un glorioso Passato ma invece con un occhio ottimista e fiducioso verso il Futuro.
Di seguito riportiamo i “Vincitori” per le principali categorie:
Miglior FILM:
Berlinguer- La grande ambizione;
Miglior REGIA:
Maura Delpero per: Vermiglio
Andrea Segre per: Berlinguer-La grande ambizione;
Francesca Comencini per: Il tempo che ci vuole;
Valeria Golino per: L’arte della gioia;
Paolo Sorrentino per: Parthenope.
Miglior ATTRICE PROTAGONISTA:
Tecla Insolia per: L’Arte della gioia
Barbara Ronchi per: Familia;
Romana Maggiore Vergano per: Il tempo che ci vuole;
Celeste Dalla Porta per: Parthenope;
Martina Scrinzi per: Vermiglio.
Miglior ATTORE PROTAGONISTA:
Elio Germano per: Berlinguer- La grande ambizione
Francesco Gheghi per: Familia;
Fabrizio Gifuni per il tempo che ci vuole;
Silvio Orlando per: Parthenope;
Tommaso Ragno per: Vermiglio.
Miglior ATTRICE NON PROTAGONISTA:
Valeria Bruni Tedeschi per: L’Arte della gioia
Geppi Cucciari per: Diamanti;
Tecla Insolia per: Familia;
Jasmine Trinca per: L’Arte della gioia;
Luisa Ranieri per: Parthenope.
Miglior ATTORE NON PROTAGONISTA:
Francesco di Leva per: Familia
Roberto Citran per: Berlinguer- La grande illusione;
Guido Caprino per: L’Arte della gioia;
Pierfrancesco Favino per: Napoli- New York;
Peppe Lanzetta per: Parthenope.
Miglior ESORDIO ALLA REGIA:
Margherita Vicario per: Gloria!
Edgardo Pistone per: Ciao Bambino;
Loris Lai per: I bambini di Gaza;
Gianluca Santoni per: Io e il secco;
Neri Marcorè per: Zamora.
Miglior SCENEGGIATURA ORIGINALE:
Vermiglio.
Berlinguer- La grande ambizione;
El Paraiso;
Gloria!
Il tempo che ci vuole;
Parthenope;
Miglior FILM INTERNAZIONALE:
data di pubblicazione:09/05/2025
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