30 NOTTI CON IL MIO EX di Guido Chiesa, 2025

(Foto privata della locandina)

Bruno (Edoardo Leo) e Terry (Micaela Ramazzotti) sono separati da tempo. Hanno una figlia, Emma (Gloria Harvey) che Bruno ha cresciuto da solo. L’uomo è molto metodico e cerca di imporre regole che l’adolescente Emma puntualmente disattende e contesta. Anche sul lavoro il suo socio Paolo (Claudio Colica), appassionato di vela, sembra non volerlo stare ad ascoltare spronandolo a prendere la vita con maggior leggerezza. Ma quelle regole sono la corazza di Bruno perché Terry, da tanti anni, vive presso una struttura a causa di un disturbo mentale.

Ma un giorno Angela la psicologa del centro (Anna Bonaiuto) comunica a Bruno che Terry è pronta ad affrontare di nuovo il mondo. Affinché però il reinserimento funzioni, è consigliabile che Terry torni a vivere per un breve periodo in famiglia con gli affetti più cari, suo marito e sua figlia. Solo allora sarà pronta per la sua nuova vita. Quella sorta di convivenza forzata, passaggio obbligato perché Terry non si spaventi più delle proprie fragilità, metterà ovviamente a dura prova Bruno. L’esuberanza e la schiettezza della ex moglie porteranno scompiglio nella sua triste vita, e dovrà inevitabilmente rivedere alcune restrizioni che si era imposto per andare avanti senza di lei.

Guido Chiesa con questa deliziosa commedia romantica affronta con leggerezza temi importanti, legati prevalentemente alla salute mentale e come essa si relaziona con i legami affettivi nella fase della ricostruzione dopo la rottura, mettendo in luce a livello emotivo la complessità di azioni che i due protagonisti sono chiamati ad affrontare. Nel film diventa una metafora potente il fatto che Terry pratichi l’antica arte giapponese del kintsugi (letteralmente “riparare con l’oro”), che consiste nel riparare oggetti in ceramica rotti usando una lacca mista a polvere d’oro. Come accade agli oggetti anche le persone possono “rompersi”, emotivamente parlando. L’applicazione del kintsugi valorizza le crepe rendendole parte della storia dell’oggetto senza cancellarle ma esaltandole, rendendo l’oggetto ancora più prezioso, non più rotto ma trasformato. Così le persone possono colmare le proprie lacerazioni e quelle “crepe” non cancellano l’amore ma lo rendono più prezioso.

Il film si mantiene in equilibrio tra dramma e commedia grazie anche alla coppia di attori che hanno affrontato i loro ruoli con sensibilità e consapevolezza. Entrambi si muovono in quella che potremmo definire la loro zona di comfort: Micaela Ramazzotti ha già affrontato in molti film ruoli similari così come Leo si muove in un terreno a lui non nuovo nell’ambito delle dinamiche di coppia. L’approccio di entrambi è empatico: i loro personaggi ad un certo punto, tra il serio e il faceto, in una specie di scambio di ruoli si mettono nei panni dell’altro scoprendo cose sino ad allora celate. Il risultato di tutto questo è un film gradevole, per tutti.

data di pubblicazione:23/04/2025


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