TROIANE/FRAMMENTI DI TRAGEDIA, compagnia Mitipretese

3 Mag 2018 | Accredito Teatro

(Teatro Vascello – Roma, 27/30 aprile 2018)

Le donne di Troia, prigioniere di guerra, chiuse in una cella ed in attesa di salpare per la Grecia, strette attorno alla loro regina Ecuba, rivivono i loro drammi: Cassandra, Andromaca, Elena ripercorrono dolore e rabbia ma si fortificano di fronte all’efferata violenza dei Greci ed al futuro che le aspetta.

 

È la rielaborazione drammaturgica della compagnia Miti Pretese, che rivisita la tragedia di Euripide. Lo spettacolo Troiane/Frammenti di tragedia, secondo testo proposto al Vascello dal 27 al 30 aprile dalla compagnia Mitipretese è il racconto delle donne sconfitte della guerra di Troia, ma anche di un universo femminile che non si piega al nemico, che parla di coraggio, di vita oltre la violenza.

Alvia Reale è un’Ecuba oramai oltre il dolore, che alterna lucidità e follia, Manuela Mandracchia è una Cassandra in delirio disperato per i suoi vaticini inascoltati, Mariangeles Torres ha il volto impietrito di Andromaca, vedova di un eroe incapace di proteggere il figlioletto e la stirpe, mentre Sandra Toffolatti incarna la figura di Elena devastata da un destino che le semina intorno solo odio, vera vittima e capro espiatorio dei capricci degli dei.

La drammaturgia tratta dalle opere di Euripide e Seneca porta le quattro donne in uno spazio post moderno, idealmente vicino a Pistoletto, in compagnia dei propri ricordi ridotti ad un cumulo di stracci. Uno spettacolo tutto al femminile che enfatizza la contemporaneità della tragedia classica e di quel grido inascoltato che arriva diretto ad ognuno, l’urlo delle donne e degli sconfitti della guerra, sopravvissuti e destinati ad ancora più vili soprusi.

Una rilettura delle Troiane, concentrata sulle quattro figure femminili e sulle straordinarie protagoniste sempre insieme sulla scena, che porta allo scoperto relazioni sconosciute, intime, familiari e segrete. Il rapporto tra le donne, i dialoghi, i vestiti, le ossa di uno scheletro, il piumino appartenuto al figlioletto diventano immagini e voci strazianti che raccontano l’accettazione di un destino ma non la resa.

Sofferenza e dolore profondo associato alla volontà di sopravvivere. Per non dimenticare.

data di pubblicazione:03/05/2018


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