STRIPPED di Stephen Clark, regia di Erika Z. Galli e Martina Ruggeri

11 Dic 2019 | Accredito Teatro

(Teatro Belli – Roma, 10/12 dicembre 2019)

Alice Torriani e Francesco La Mantia sono Emma e James, schizzo di una coppia affrescata con veloci pennellate e mai compiuto. Rette parallele che percorrono insieme un tratto di vita senza mai incontrarsi veramente.

 

 

Inizia con un prologo la storia di E e J, in cui l’oggetto della riflessione è capire se a impadronirsi di James quella volta sull’autostrada sia stata una vera crisi di panico o più semplicemente un attacco di ansia. La stessa cosa è accaduta a Emma, ma la circostanza era diversa, fu in un bar dove fanno karaoke e lei era la prossima a dover cantare una canzone. Cosa li avrà colpiti non lo sappiamo, perché la conversazione si interrompe e la loro perplessità diventa la nostra. A volte capita di cominciare un discorso e non finirlo. Viene quindi annunciato il titolo della pièce: Stripped, che in italiano significa “strisce” se lo si legge come sostantivo, ma anche “spogliato” inteso come aggettivo. Se le conversazioni tra i due protagonisti sono stralci di frasi strappate da un foglio di appunti che iniziano ma non finiscono, è vero anche che danno l’incipit perché l’uno si metta a nudo con l’altra e viceversa, senza però poter cogliere fino in fondo la reale essenza delle loro intenzioni. Nel gergo popolare infatti la parola stripped significa anche la particolarità di un individuo di essere senza ambizione o di essere inconcludente nei suoi progetti. Ecco perché James inizia ma non finisce la sua trilogia di romanzi e Emma, che è una scultrice, mostra solo i bozzetti delle sue opere al compagno, portacandele realizzati con tubi rame piegati. La loro relazione è in atto, si raccontano del passato, ma non se ne conosce sviluppo. Anche l’improvvisa gravidanza di Emma determina un momento di indecisione, teso tra la possibilità di abortire e la scelta di tenere la “persona”, come la chiamano loro. La mancanza di scopo diventa parte del rapporto e fa cancellare dal vocabolario della coppia la parola futuro. L’unica certezza rimane l’intesa sessuale, un punto fermo che interrompe bruscamente la conversazione e la manda a capo, ma che se ci si ferma a ragionare sopra anche questa fa nascere dei dubbi e delle domande. I due personaggi sguazzano nel liquido melmoso e appiccicoso dei pensieri mozzi e mai conclusi. Si scrutano e si studiano dicendo solo al pubblico negli a parte le loro congetture e le loro deduzioni. E così fino alla fine, inconclusa per rispetto di copione anche questa. Uno spettacolo ben fatto, reale se si pensa a quanto la vita possa a volte essere un abbozzo di mille progetti, con due attori in armoniosa sintonia tra di loro.

data di pubblicazione:11/12/2019


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