SONETTI ROMANESCHI di Giuseppe Gioachino Belli

(Serata Unica di Gala Teatro Belli-Roma, 19/3/2018)

Testo e voci, la multimedialità assoluta, virata dalle più belle voci del doppiaggio italiano. Serata di gala al Teatro Belli nel nome del poeta non solo romanesco a cui è intitolata la sala. Nel cuore di Trastevere omaggio al dissacrante sbeffeggiatore di ipocriti e preti: l’immortale Giuseppe Gioachino Belli. Un lavoro mastodontico effettuato su 1250 sonetti capitolini, raccolti antologicamente e recitati dalle più autorevoli voci della pratica tutta italiana del doppiaggio, una specializzazione d’eccellenza che il cinema mondiale ci riconosce, per la direzione artistica di Marco Mete, il montaggio, la scelta musicale e la sonorizzazione di Elia Iezzi. Come si può immaginare un efficace combinato disposto tra la recitazione e la poesia in ambiente raccolto e proprio nella sede eponima consacrata al poeta. È stata la società editrice Dante Alighieri a sobbarcarsi il carico pesante dell’opera. E i doppiatori hanno risposto generosamente con la sola assenza di Pino Insegno, impegnato a lanciare Zerovsky al Cinema Adriano. Forse sono più riconoscibili dalla voce e dal riconoscimento dell’attore che interpretano, in genere americano, più che per nome e cognome. Comunque la sfilata è stata d’eccellenza: Mino Caprio ricalca Peter Griffin, Chiara Colizzi si occupa di Nicole Kidman, Massimo Corvo ci è abituale su timbri di Stallone. E poi altri duetti impagabili: Luca dal Fabbro è Steve Buscemi, Francesca Fiorentini si prende Gwyneth Paltrow, Angelo Maggi si è occupato di Tom Hanks in The Post. Inoltre, a completare l’accademia belliana i contributi di Marina Tagliaferri (Un posto al sole ma sopratttutto Annette Bening), Alessando Rossi (Arnold Schwarzenegger), Alessandro Quarta (Ethan Hawke) e lo stesso Marco Pete con Kevin Bacon. Era presente il prefatore e massimo conoscitore di Belli nel Belpaese Marcello Teodonio che, con tanta passione, si dedica a far conoscere un letterato che è entrato nel suo Dna. E questo contributo fissa indelebilmente la possibilità di interpretarlo spiritosamente cogliendo lo spirito più vivo della sua insostituibile e ficcante ironia.

data di pubblicazione:20/02/2018

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