OGGI SIAMO VIVI di Emmanuelle Pirotte – Nord, 2017

Dicembre 1944, Ardenne, i tedeschi stanno arrivando. Il parroco di Stoumont deve sbrigarsi a mettere in salvo la piccola Renée, un’orfana ebrea che è stata affidata alle sue cure: insieme scappano verso la campagna e la fortuna sembra assisterli, in quel momento passa una jeep americana, il parroco consegna la piccina ai due soldati e torna nella sua canonica.

Purtroppo i soldati ai quali è stata consegnata la piccola Renée sono in realtà Mathias e Hans,  soldati tedeschi dell’operazione Grifone, il cui scopo, travestiti con divise americane, è quello di infiltrarsi tra le linee alleate per compiere azioni di sabotaggio.

La jeep prosegue il suo cammino e si ferma in una radura nel bosco: la bambina viene fatta scendere e avanzare nella neve. Hans alza la pistola e gliela punta alla nuca: Renée si volta, oltrepassa con lo sguardo Hans e fissa i suoi occhi in quelli di Mathias. Uno sparo echeggia nell’immobilità del bosco, il corpo di Hans è riverso al suolo, Mathias è stato agganciato dallo sguardo di Renée e l’ha salvata, insieme risalgono sulla jeep e da quel momento saranno inseparabili.

Una bambina ebrea e un soldato nazista travestito da americano: le cose per loro non possono che complicarsi, e le vicissitudini da superare saranno molteplici. Gli scenari che si susseguono sono vari, la vita nelle Ardenne e durissima e i due trovano inizialmente rifugio nelle cantine della cascina Paquet; Mathias dapprima affida Renée a una famiglia lì rifugiata, ma il loro legame è ormai troppo forte per essere reciso, e ben presto torna su i suoi passi per riunirsi alla piccina. Non saranno i soli ospiti della cascina, vi si alterneranno un sparuto gruppo di soldati americani in fuga e successivamente un commando di SS: le traversie che è costretta ad affrontare questa strana copia sono notevoli, ma il loro legame diventerà sempre più profondo e li unirà sempre di più.

La guerra che si dipana davanti a Renée e Mathias, con tutte le sue brutture e tutti i suoi pericoli, li ha collocati ai poli opposti: un soldato del Reich e un’orfana ebrea, ma l’affetto che li lega supera qualsiasi pregiudizio, qualsiasi preconcetto e il loro legame si dimostrerà essere indissolubile.

Ho amato tutto di questo libro.

La scrittura della Pirotte mi ha irretita, è vivace, diretta, con flashback che ci permettono di entrare nel vissuto dei personaggi e di capire meglio la loro psicologia, ha creato dei personaggi magistrali: Renée così piccina eppure già forgiata dagli orrori indicibili a cui ha assistito… “Ebrea. Cosa significava quella parola? Non aveva mai capito bene in cosa consistesse, il fatto di essere ebreo. Era pericoloso. Punto e basta”,… cresciuta troppo in fretta, ci colpisce per la sua determinatezza a non abbattersi, a voler vivere, con una sana punta di cinismo che un poco la protegge da ciò che la circonda, e Mathias, soldato del Reich …“era un ingranaggio di quella macchina di distruzione: era un organo di quell’orco affamato…” che meccanicamente aveva portato avanti gli ordini che gli erano stati impartiti e che ora si scopre un essere capace dei più profondi sentimenti, sicuramente un uomo affascinante e pieno di contraddizioni.

Il loro è un rapporto che emoziona, un legame profondo che va al di là di tutto ciò che sono e che li circonda.

Un libro assolutamente da leggere.

data di pubblicazione:14/05/2017

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